ROMA – Venti autori di rilievo internazionale e oltre 100 fotografi per la mostra Extraordinary Visions, Italy, che sarà all’Istituto Italiano di Cultura New Delhi a partire dal 31 ottobre.
Le opere sono tutte provenienti dalla collezione permanente del MAXXI e raccontano le trasformazioni culturali di cui l’Italia è stata protagonista nei decenni più recenti.
Tra i fotografi coinvolti ci molti i rappresentanti della scuola italiana di paesaggio, ai quali vengono accostati rappresentanti di generazioni successive e diverso orientamento, con lavori che vanno dal reportage sociale alle sperimentazioni artistiche e concettuali.
La mostra apre non con una immagine fotografica, ma con un capolavoro dell’artista Alighiero Boetti, Mappa, un arazzo realizzato nel 1971 che rappresenta un planisfero in cui ogni territorio è contrassegnato dai colori della bandiera nazionale. Un’opera che offre una riflessione geopolitica sulle trasformazioni del mondo contemporaneo e sulla forza dell’Arte, capace di mettere in dialogo luoghi e comunità distanti tra loro.
Il percorso espositivo è suddiviso in tre percorsi tematici: PAESAGGI CONTEMPORANEI; RES PUBLICA, CITTÀ, LAVORO e ARTE E CULTURA.
La sezione dedicata al paesaggio italiano racconta il rapporto tra l’immagine sublime costruita nei secoli da stratificazioni di segni e valori, su cui si è posato lo sguardo di generazioni di fotografi che hanno rinnovato le poetiche di narrazione dello spazio fisico.
Il paesaggio contemporaneo postmoderno viene rappresentato tra gli altri da lavori di maestri come Luigi Ghirri con le sue immagini stranianti e metafisiche, o Franco Fontana i cui paesaggi sono geometrie armoniche e sature di colore, o ancora le immagini di Letizia Battaglia, gridi di denuncia di un territorio ferito dall’incuria. Accanto a loro esempi di autori più giovani come Silvia Camporesi con i suoi interni storici in rovina o le spiagge affollate di Massimo Vitali e le montagne sublimi di Walter Niedermayr.
Nella parte dedicata allo spazio pubblico sono protagonisti i luoghi delle istituzioni dello Stato e della comunità dei cittadini, come negli scatti dello spagnolo Jordi Bernadò che indaga luoghi iconici del potere religioso, politico e culturale, o di Olivo Barbieri che restituisce l’immagine inquietante e attraente del processo di progressivo inurbamento della Costiera Adriatica, o ancora quelli di Gianni Berengo Gardin che documenta il rapporto tra infrastrutture e lavoro dell’uomo, offrendo un’immagine di città come fucina di energie.
L’ultima parte della mostra è dedicata all’arte, all’architettura, alla cultura, che hanno dato forma al Paese, delineando l’immagine che l’Italia ha offerto di se stessa al mondo.
Qui si passa, tra gli altri, davanti ai ritratti degli artisti di Ugo Mulas alla Biennale di Venezia del 1966, alle riprese architettoniche rigorose e meditate di Gabriele Basilico, alle visioni aeree dello stesso MAXXI realizzate dal fotografo olandese Iwan Baan, capaci di restituire il rapporto dell’edificio con il quartiere e il suo rimando formale al fluire del fiume Tevere.
La rassegna è promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico e con il fondamentale apporto di SACE SIMEST (Gruppo Cassa depositi e prestiti).
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