AREZZO – Un tessuto cromatico intenso, un’atmosfera sognata tra naïve e metafisica, personaggi immersi nelle loro solitudini che sembrano quasi emergere dalla profondità delle tenebre. La pittura di Ottone Rosai (Firenze 1895 – Ivrea 1957), troppo spesso destinata a una lettura incompleta e datata, è protagonista di una mostra ospitata a Palazzo del Podestà a Montevarchi, curata dal professor Giovanni Faccenda, massimo esperto di Rosai e curatore del catalogo generale delle sue opere.
Cinquanta le opere, per metà disegni e altrettanti oli, proposte in questa retrospettiva incentrata su un momento ben preciso, collocato tra il 1919 e il 1932, il ventennio tra le due Grandi Guerre. Tra i capolavori esposti anche uno straordinario dipinto del 1932, “Baroncelli”, a lungo e in varie pubblicazioni presentato erroneamente come “Paesaggio”, ignorando, la fondamentale indicazione autografa al verso del quadro, a carboncino, dello stesso Rosai.
La mostra nasce dunque proprio con l’intento di far riscoprire l’opera di uno dei maggiori artisti italiani del Novecento, apprezzato anche da Francis Bacon che nel 1962, durante un’intervista televisiva, lo indicava come l’artista che aveva maggiormente attirato il suo interesse: «Non esito a fare il nome di Ottone Rosai, uno fra i più grandi pittori di questo secolo: soprattutto gli autoritratti e i nudi che egli ha dipinto, gli uni all’inizio, gli altri alla fine degli anni Quaranta, hanno generato in me profonde riflessioni e non pochi trasalimenti». In epoca più recente Georg Baselitz ha acquistato opere dell’autore toscano a dimostrazione di quanto la pittura di Rosai sia espressione di una voce contemporanea.
«Una delle maggiori peculiarità di questa esposizione pubblica – spiega il professor Faccenda – deriva dalla riscoperta di una decina di capolavori assoluti di Rosai degli anni Venti e Trenta, tutti provenienti da una raccolta privata romana, presenti alla mostra di Palazzo Ferroni, a Firenze, nel 1932, e documentati nel primo volume del Catalogo Generale Ragionato delle Opere di Ottone Rosai (Editoriale Giorgio Mondadori, Milano, 2018), da me curato. Accanto ad essi, le eccellenze più note di un periodo – quello fra le due guerre (1918-1939) – che rappresenta l’aristocrazia della pittura e del disegno di Rosai. Vi si aggiunga la volontà di superare una lettura esegetica ormai antiquata e limitata dell’opera di questo Maestro fra i maggiori del Novecento, sovente priva dei necessari riferimenti culturali che vi si debbono cogliere (Dostoevskij, Campana e Palazzeschi, fra gli altri) e di una riflessione filosofica che tenga conto delle affinità con il pensiero di Schopenhauer e il pessimismo cosmico di Leopardi.»
«Quando il Professor Faccenda diversi mesi fa, ci propose di realizzare la mostra, introducendoci nella storia complessa e particolare di questo maestro dell’arte del ‘900 – racconta Silvia Chiassai Martini, Sindaco di Montevarchi – rimanemmo catturati dalla delicatezza e dalla grande espressione di umanità che emerge dalle sue opere. Allora pensammo che ospitare un’esposizione dei suoi capolavori nel nostro Palazzo del Podestà, in un luogo tornato alla sua antica bellezza, fosse un’opportunità culturale che dovevamo cogliere subito, tanto più ne siamo convinti ora poiché la mostra segnerà anche la ripresa culturale del nostro paese.»
La mostra è accompagnata da un catalogo che documenta ogni particolare relativo all’ eccezionale ritrovamento de “Baroncelli”, aggiungendovi anche un disegno preparatorio che smentisce la tesi del lavoro “en plein air” fino ad oggi conosciuta. Sempre nel catalogo alcune foto professionali a colori di un “insolito” Rosai, in abiti borghesi così come non si era mai visto: sorridente anziché assorto e cupo, disponibile a lasciarsi catturare dall’obbiettivo di un fotografo evidentemente amico.
Vademecum
OTTONE ROSAI
Montevarchi, Palazzo del Podestà
25 ottobre 2020 – 31 gennaio 2021
Apertura della mostra: dal giovedì alla domenica
giovedì e venerdì ore 15 – 19
sabato, domenica e festivi ore 10 – 20
Info: www.comune.montevarchi.ar.it tel. 055-91081
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Twitter: @montevarchi
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