Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha visitato questa mattina al Castello Visconteo di Pavia la mostra Pavia 1525: le arti nel Rinascimento e gli arazzi della battaglia, esposizione che celebra uno dei momenti più significativi della storia europea e dell’arte rinascimentale italiana. Inaugurata lo scorso 19 settembre, la mostra ha ottenuto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, a riconoscimento del suo straordinario valore storico e culturale.
Il fulcro della mostra: gli arazzi della Battaglia di Pavia
Attraverso opere di grandi maestri come Leonardo da Vinci, Ambrogio Bergognone, Bernardino Zenale e Pietro Perugino, l’esposizione racconta la vivacissima stagione artistica vissuta da Pavia tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento. In quegli anni, la città fu un centro nevralgico per l’incontro tra la cultura italiana e quella nord-europea, in un momento in cui arte, politica e società si intrecciavano profondamente. Fulcro dell’iniziativa sono i sette spettacolari arazzi monumentali provenienti dal Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli, eccezionalmente riuniti a Pavia per la prima volta dopo importanti mostre negli Stati Uniti. Realizzati tra il 1528 e il 1531 dalla celebre manifattura fiamminga dei Dermoyen su disegni di Bernard van Orley, gli arazzi offrono una narrazione visiva sorprendentemente moderna e ricca di dettagli pittorici e simbolici della Battaglia di Pavia del 24 febbraio 1525, nella quale le truppe imperiali di Carlo V sconfissero l’esercito francese guidato da Francesco I.

Due sezioni per raccontare un’epoca
L’esposizione, organizzata dai Musei Civici di Pavia e dal Comitato Promotore e Alto Coordinamento per il Cinquecentenario della Battaglia di Pavia, che comprende il Comune di Pavia, la Fondazione Monte di Lombardia, la Camera di Commercio Cremona-Mantova-Pavia e l’Università di Pavia, con il sostegno di Intesa Sanpaolo, Fondazione Cariplo e Fondazione Bracco, si sviluppa in due sezioni principali. La prima ricostruisce il contesto culturale e artistico della città prima della battaglia, presentando dipinti, disegni, codici miniati, sculture e oggetti d’arte decorativa provenienti da prestigiose istituzioni italiane e internazionali come la Pinacoteca di Brera, il Castello Sforzesco, la Biblioteca Medicea Laurenziana, il Musée d’art et d’histoire di Ginevra, la Royal Collection di Windsor e il Victoria & Albert Museum. La seconda è dedicata interamente ai sette arazzi, a sottolineare la cesura storica rappresentata dal conflitto.
Un polittico ricomposto e nuove scoperte scientifiche
Tra le opere più significative in mostra, il polittico di Ambrogio Bergognone originariamente destinato alla Certosa di Pavia, oggi smembrato tra collezioni diverse, è stato eccezionalmente ricomposto nel percorso espositivo. Grazie al sostegno della Fondazione Bracco, il pubblico può ammirare anche i risultati delle indagini diagnostiche non invasive condotte sulle tavole del polittico da un team di esperti delle Università di Milano, dello spin-off DeepTrace Technologies e del Centro di Restauro La Venaria Reale. Inoltre, per la prima volta è visibile il coro ligneo cinquecentesco proveniente dalla chiesa pavese di San Marino, restaurato e riallestito presso i Musei Civici.

Un team scientifico di altissimo livello
Curata da Francesco Frangi, Pietro Cesare Marani, Mauro Natale, Laura Aldovini e, per la sezione degli arazzi, Carmine Romano e Mario Epifani, la mostra si avvale di un comitato scientifico presieduto da Annalisa Zanni, già direttrice del Museo Poldi Pezzoli, e composto da alcuni dei massimi studiosi del Rinascimento, tra cui Marco Albertario, Rosario Maria Anzalone, Stefania Buganza, Pier Luigi Mulas ed Edoardo Rossetti. Altri contributi di rilievo sono presenti nel catalogo, firmati da nomi come Sylvain Bellenger, Thomas P. Campbell, Andrea Di Lorenzo, Luisa Giordano e Cecilia Paredes.








