FIRENZE – Da venerdì 12 febbraio 2021, il “Ritratto allegorico di Dante”, un olio su tela del 1532-1533, opera di Agnolo Bronzino, è esposto nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. La mostra, dal titolo “Bronzino e il Sommo Poeta. Un ritratto allegorico di Dante in Palazzo Vecchio”, è curata da Antonio Natali e Sergio Risaliti e realizzata da Muse.
Secondo la ricostruzione di Giorgio Vasari il ritratto di Dante oggetto della mostra fu commissionato al pittore insieme ai ritratti di Petrarca e Boccaccio per ornare una camera della casa del colto banchiere fiorentino Bartolomeo Bettini. Il progetto, rimasto incompiuto, coinvolgeva i maggiori pittori attivi in città in quel periodo e anticipava temi cari ai letterati della futura Accademia Fiorentina (cui appartenne lo stesso Bronzino fino al 1547), come la superiorità della lingua toscana e il rapporto tra arte e poesia.
Dei tre ritratti commissionati al Bronzino, solo quello di Dante è arrivato fino ad oggi. L’opera, conosciuta attraverso un disegno preparatorio della testa del poeta, conservato alla Staatliche Graphische Sammlung di Monaco di Baviera, e una copia su tavola, conservata nella Collezione Kress della National Gallery of art di Washington, oltre a varie riproduzioni grafiche, è stata a lungo dispersa. La tela è stata rinvenuta in una collezione privata fiorentina e accolta dalla critica come l’originale del ritratto dantesco ricordato nella biografia vasariana dell’artista.
“Questo di Bronzino è qualcosa di più di un bellissimo ritratto – spiega Sergio Risaliti – È, infatti, l’omaggio di un pittore, che fu anche eccellente poeta, all’immenso Dante, punto di riferimento tanto nella lirica del Cinquecento quanto per le arti in genere. La Commedia, poema dell’ascesa dell’uomo dagli inferi al Paradiso, rappresentava per ogni artista e per il Bronzino in particolare l’esempio di una raggiunta armonia formale tra immaginazione astratta e descrizione del reale, tra la storia universale e quella particolare di uomini e donne reali. Il sommo poeta poi era un faro dal punto di vista morale in un’epoca di conflitti politici e scontri ideologici. Tutto questo insieme di sentimenti e di certezze estetiche si ritrova nel Ritratto allegorico che giunge adesso in Palazzo Vecchio. Non c’è forse luogo più giusto per celebrare l’anniversario dantesco con la presenza dell’opera di Agnolo Bronzino che in questo edificio ha lasciato segni altissimi della sua arte nella cappella di Eleonora di Toledo moglie di Cosimo I. Senza dimenticare la collaborazione del pittore nella progettazione dei celebri arazzi con le Storie di Giuseppe ebreo”.
“Nell’anno del 700esimo anniversario – dichiara il sindaco Dario Nardella – Palazzo Vecchio ospita, tra le primissime celebrazioni, questo ritratto del Sommo Poeta ad opera di Agnolo Bronzino. Una esposizione che vuole non solo omaggiare Dante con l’arte di un altro grande artista fiorentino ma anche riportare nella casa dei fiorentini quel concittadino così illustre e così vituperato in vita con l’esilio. Una mostra che vuole essere dunque una sorta di riconciliazione della città con uno dei suoi figli più amati”.