ROMA – La fotografia di Giulio D’Ercole, documentarista e fotografo con esperienza in giro per il mondo, si ispira a cinque grandi maestri: Ansel Adams, Robert Frank, Edward Steichen, Robert Capa e Henri Cartier-Bresson. Lo sguardo di D’Ercole, attento e sensibile, si posa sugli “Invisibili”, gli anziani spesso emarginati nelle nostre città, protagonisti della mostra fotografica in corso a Roma presso Spazio Europa fino all’11 luglio.

Le citazioni ispirazionali di 5 maestri
“Nell’atto di fotografare porti tutte le immagini che hai visto, la musica che hai ascoltato, le persone che hai amato” (Adams). “C’è una cosa che deve contenere la fotografia: l’umanità del momento” (Frank). “Un ritratto non è fatto nella macchina fotografica, ma su entrambi i lati di essa” (Steichen). “Se la tua fotografia non è buona abbastanza è perché non eri abbastanza vicino” (Capa). “Fare una fotografia vuol dire allineare la testa, l’occhio e il cuore. È un modo di vivere” (Cartier-Bresson).

Invisibili: una realtà da non ignorare
D’Ercole, tornato in Italia dopo anni di reportage in giro per il mondo, ha voluto raccontare la realtà degli anziani nelle nostre città. Persone spesso invisibili, ignorate da una società che corre veloce. “Con questo progetto“, spiega il fotografo, “l’obiettivo è quello di sensibilizzare su una condizione in cui potremmo trovarci tutti, nessuno escluso, un domani, ed aumentare la consapevolezza su un tema che è sociale, con risvolti anche economici. Ci sono sempre meno nascite e sempre più anziani, l’età media della nostra popolazione è di 48 anni, in Africa di 18. Rifiutandoci di posare lo sguardo su questa fascia enorme di popolazione stiamo rendendo invisibili noi stessi“.

L’occhio del fotografo: catturare l’essenza
La tecnica di D’Ercole è discreta, quasi invisibile come i suoi soggetti. Foto “rubate”, non posate, per cogliere “l’attimo decisivo”, l’essenza più profonda delle persone. Ogni scatto racconta una storia, come quella dell’uomo con il suo cane, in simbiosi assoluta, o della signora con il suo cane, che trasmette un senso di abbandono e solitudine. E poi c’è l’uomo con la sua vecchia radiolina, perso nei ricordi mentre ascolta la radiocronaca di una partita di calcio.

Il cuore del fotografo: empatia e comprensione
“Le fotografie“, spiega D’Ercole, “‘avvengono’ da tutte e due i lati della macchina fotografica e ciascuna di esse contiene dento il mondo del fotografo. Non coscientemente, forse, ma a livello subliminale senz’altro. Nell’ordinare le venti fotografie selezionate per questa mostra ‘ho riconosciuto’ tutti i motivi profondi che mi hanno indotto a scattarle. Noi cristallizziamo la figura di un anziano nella sua apparenza attuale senza riuscire a vedere tutte le età, gli anni, i momenti precedenti della sua vita. Siamo incapaci di cogliere la stratificazione della sua esistenza. E così facendo, in qualche modo, perdiamo lo spessore di quella vita, riassumendola soltanto nel qui ed ora”.
“Come diceva mia madre – continua il fotografo – ‘il brutto dell’invecchiare è che si diventa invisibili, non più oggetti di desiderio o anche solo di curiosità’. Qui ritrovo lo scopo del lavoro creativo del fotografo: andare nelle pieghe più intime delle persone, mettendosi sul loro stesso piano, alla stessa altezza di sguardo. Come in queste foto, mai scattate dall’alto verso il basso o dal basso verso l’alto. Nei venti scatti che ho scelto, poi, ritraggo persone sole. E quando si è soli non si parla. E qui ritrovo mio padre, che invecchiando calava nel silenzio, silenziato dalla vita. Da figlio è una cosa che evidentemente mi ha molto colpito. Tutto questo, che fa parte del mio mondo, è in queste 20 foto“.

Un tema europeo: la mostra a Spazio Europa
L’Unione Europea, consapevole del problema dell’invecchiamento della popolazione e dei suoi effetti sugli anziani, sostiene la mostra di D’Ercole. Massimo PRONIO, Responsabile Comunicazione della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, durante l’inaugurazione ha affermato: “L’Unione europea è conscia del problema rappresentato dall’invecchiamento della popolazione e dai nuovi stili di vita che favoriscono l’emarginazione dei più anziani e lo affronta con politiche mirate a migliorare la loro qualità di vita e con azioni di sensibilizzazione. La mostra di Giulio D’Ercole parla con la sensibilità, ma anche la passione, che gli sono proprie, di questo tema, e ci è sembrata per queste ragioni rientrare perfettamente nell’alveo di queste azioni”.
Vademecum
INVISIBILI | Mostra fotografica di Giulio D’ERCOLE
Roma, Spazio Europa
Via Quattro Novembre 149
Fino all’11 luglio 2024
Orari: 07.30 – 18.30 dal lunedì al venerdì.