RECANATI – Le sale della celebre Biblioteca di Casa Leopardi a Recanati si aprono, per la prima volta, all’arte contemporanea con la mostra Io nel pensier mi fingo, nata da un’idea di Olimpia Leopardi e curata da Antonello Tolve.
“Un museo – ha spiegato la contessa Olimpia Leopardi, presentando l’esposizione – è una fucina di idee che non dovrebbe mai spegnersi. Monaldo, padre del Poeta, era un uomo che lavorava nella sua contemporaneità e quando ha fondato la Biblioteca non ha pensato a una decorativa – ma sterile – collezione di libri, bensì a creare un territorio fecondo per sé, per i suoi figli, gli amici e i concittadini. La mostra d’arte contemporanea che inauguriamo o vuole essere la dimostrazione che questo terreno è ancora fertile e capace di germogliare”.
L’esposizione è parte del ciclo InterValli che, realizzato con il contributo del Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Bicentenario della Composizione de L’infinito, propone un percorso espositivo con artisti nati tra gli anni Trenta e Novanta del secolo scorso che si confrontano oggi con la figura di Giacomo Leopardi e con l’atmosfera che ha animato il suo impareggiabile itinerario intellettuale.
Io nel pensier mi fingo accoglie nelle sale della Biblioteca una selezione di lavori di Tomaso Binga, Jeanne Gaigher, H.H. Lim, Maurizio Mochetti, Melissa Lohman, Patrizia Molinari, Adrian Tranquilli e Narda Zapata.
“Gli otto artisti invitati in dialogo con il pensiero e con l’opera di Giacomo Leopardi in questo primo appuntamento di InterValli, il format con cui Casa Leopardi si apre all’arte contemporanea grazie a una persona speciale come Olimpia Leopardi – ha spiegato Tolve – sono nati tra gli anni Trenta e Novanta del secolo scorso e in un certo qual modo rappresentano uno dei tanti possibili spaccati intergenerazionali e internazionali del nostro pulsante presente. Accanto ad una serie di irrinunciabili presenze italiane come Maurizio Mochetti, Tomaso Binga e Patrizia Molinari sono stati scelti nomi provenienti da continenti diversi: Jeanne Gaigher di Cape Town (Sudafrica), H.H. Lim di Kedah (Malesia), Melissa Lohman di New York, Adrian Tranquilli romano ma nato a Melbourne e Narda Zapata di La Paz (Bolivia), per disegnare non solo un percorso polifonico e polimorfo legato alla versatilità linguistica che contraddistingue l’arte attuale ma anche marcatamente planetario. Io nel pensier mi fingo è un momento in cui la forza evocativa del pensiero che si finge diventa spazio in cui la ragione lascia il posto all’immaginazione, situazione di scoperta con gli strumenti indispensabili e immancabili della fantasia che, per dirla con Leopardi, sottentra al reale” – ha concluso Tolve.
La mostra, aperta il 16 ottobre 2022, resterà visitabile fino al 30 gennaio 2023.