«Roma, svuotata dalla gente per proteggere i suoi cittadini dal coronavirus, ricorda i quadri che, dalla Metafisica alla Scuola romana, da de Chirico a Donghi o Trombadori, l’arte del Novecento ha spesso rappresentato – spiegava Carlo Alberto Bucci su Repubblica introducendo le opere realizzate da 21 tra artiste e artisti per evocare e raccontare Roma nei giorni del lockdown realizzate appositamente per il quotidiano. – Abbiamo chiesto ad alcuni artisti romani di guardare idealmente, o realmente, dalla finestra della loro casa o del loro atelier per reinterpretare il paesaggio urbano di queste settimane. Nella speranza che la città, finita l’emergenza sanitaria, possa presto tornare a popolarsi». Quelle immagini, nella loro versione originale, sono ora esposte nella sede di Blocco 13, associazione culturale per l’arte contemporanea, nella mostra Paesaggi d’autore al tempo del Covid. 21 pittori e Roma nel 2020 per Repubblica. In ricordo di Ruggero Savinio.


I lavori dei 21 autori – dipinti su tela o su carta, disegni a matita o china, tecniche sperimentali o immagini digitali – raccontavano la Roma silenziosa di quei giorni che oggi sembrano incredibilmente lontani. Chi, al quartiere Trieste, può più affacciarsi e ritrovare una piazza Dalmazia così incredibilmente priva di macchine? Rimane così la testimonianza di una città come non si rivedrà – speriamo – mai più eppure incredibilmente affascinante, inedita e irripetibile.
Gli autori e i loro lavori – dal 26 marzo al 28 aprile 2020 – in ordine di pubblicazione – erano stati: Alessandra Giovannoni con la sua “Piazza Dalmazia, ore 15”, quindi è apparso il cortile romano con vista sul mare (siciliano) di Giuseppe Modica, seguito da Felice Levini, che appare mentre indica la luna di San Lorenzo, dagli inquilini inquieti e antichi di Maurizio Pierfranceschi nel quartiere Monti e dalla chiesa, con lucertola e sogni, a Mentana, di Giuseppe Salvatori. Aprile 2020 si è aperto con il notturno al Pigneto di Laura Barbarini poi la magrittiana finestra di un condominio cittadino immaginata da Mauro Di Silvestre, quindi il polemico (per i ritardi nei lavori di restauro) Garibaldi “ferito” al Gianicolo di Iginio De Luca. Ancora: notturna e concettuale la Montesacro di Francesco Cervelli, ideale il cielo a Pietralata in Marco Colazzo, irreale e tridimensionale piazza del Popolo di Alfredo Zelli. Ha proseguito Laura Federici reinventandosi un Mandrione spopolato mentre Giulio Catelli ha immortalato con la sua pittura le persone in fila davanti a un negozio a Torpignattara. Vuoto, vento e silenzio nella piazza immaginaria di Vincenzo Scolamiero. E ancora gente in coda fuori dalla farmacia nella città sparita al Tuscolano di Elena Nonnis. Il coronavirus è stato immortalato da Claudio Palmieri con una corona di filo spinato. C’è stato poi posto per il bestiario surreale sui terrazzi di piazza Vittorio di Franco Cenci, per via Monte del Gallo da “cartolina” (con tanto di Cupola di San Pietro) di Andrea Aquilanti, per la via de Chirico “scrostata” di Matteo Montani (in mostra il lavoro è sostituito dalla non dissimile “Via Morandi”, sempre a Tor Sapienza). Infine il laghetto di Villa Borghese nel paesaggio del visionario Alessandro Finocchiaro. A chiudere la serie sul giornale, con un’intensa veduta delle rovine dello “Stadio di Domiziano” pubblicata il 28 aprile accanto a un’intervista all’artista di Lorenzo Madaro, il grande Ruggero Savinio. A lui, scomparso il primo gennaio 2025 a novanta anni, è dedicata la mostra.


Blocco 13, associazione culturale per l’arte contemporanea
via Benzoni 13, 00154 Roma (Italy)
tel. ++39.3292866299,
blocco13roma@gmail.com
La mostra rimane aperta fino al 10 marzo 2025,
tutti i giorni, anche la sera, ma soltanto su appuntamento