AOSTA – Una rassegna spettacolare quella che il Centro Saint-Bénin di Aosta dedica al fotografo Olivo Barbieri (Carpi – Modena, 1954), dal 15 novembre 2019 al 19 aprile 2020.
Le opere in esposizione ripercorrono la ricerca compiuta da Barbieri dal 2002 al 2019, sottolineando in particolare l’attenzione verso le tematiche connesse con il paesaggio e l’ambiente.
50 i lavori in esposizione, tra cui un progetto fotografico inedito sulle montagne della Valle d’Aosta, realizzato per l’occasione.
Insieme ai parchi dei ghiacci e dell’acqua, lo sguardo di Barbieri si estende anche ai Landfills, le quattro grandi discariche abitate da migliaia di persone e animali del Sud Est asiatico in Thailandia, Indonesia e Malesia. Sono i parchi tematici in negativo, ovvero la coscienza sporca dell’Occidente.
In esposizione anche la produzione scultorea dell’artista. Vengono infatti presentati tre imponenti lavori plastici, realizzati in legno, che occupano l’ala centrale del Centro Saint-Bénin.
Non manca una parte dedicata alla storia dell’arte antica e moderna. Un dialogo quello del fotografo che coinvolge artisti come Paolo Uccello, Caravaggio e Canaletto, ma anche Nicolas Poussin e Mark Rothko.
Conclude il percorso la proiezione di un video del 2005 realizzato in Cina, dal titolo Seascape#Night, China Shenzhen 05, che fa parte di un progetto artistico in divenire.
Oltre che spettacolare la rassegna si delinea anche come “problematica”, Barbieri affronta infatti questioni di fondamentale importanza come l’esigenza di un rinnovato equilibrio naturale associato al turismo di massa che, se da un lato consuma i luoghi, dall’altra ne garantisce la sopravvivenza.
Nell’epoca del digitale e dei social, dunque, Mountains and Parks si configura come un’occasione particolarmente stimolante per verificare la nostra relazione con la realtà colta nelle sue differenti e contraddittorie sfaccettature, tra ironia e dramma sociale.
La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue (italiano e francese) con saggi di Alberto Fiz e di Daria Jorioz. Contiene inoltre una testimonianza del fotografo, un intervento inedito dello scrittore Paolo Cognetti e un testo sull’estetica della montagna dell’alpinista Giovanni Battista Rossi.
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