Il mistero della Gioconda affascina ormai da cinquecento anni. Esperti, scienziati, storici e scrittori hanno cercato per secoli di spiegare i segreti dietro questo quadro considerato il ritratto più famoso del mondo, analizzandone soggetto, tecnica e meraviglia.
L’artista e storico dell’arte cinquecentesco Giorgio Vasari sosteneva che il ritratto di Monna Lisa Gherardini fosse rimasto incompiuto, eppure il ritratto della “Gioconda” di Leonardo da Vinci che si trova al Louvre è un dipinto finito.
Tutte le testimonianze dell’epoca, inoltre, confermano che Leonardo avesse iniziato il ritratto nel 1503, ma lo stile pittorico della Monna Lisa del Louvre appartiene sicuramente al suo ultimo periodo. Queste incongruenze trovano una spiegazione solo nel 2012, quando si scopre l’esistenza di un’altra versione del celebre ritratto. Ma perché questa scelta? Cosa di questa giovane donna colpì così tanto Leonardo da farlo tornare a ritrarre questa figura molti anni dopo, in una fase contemplativa della sua vita?
Tutto comincia nel 1503, quando Leonardo torna a Firenze. Non lavora più per il Duca di Milano e non ha ancora commissioni importanti. Su suggerimento dell’amico Niccolò Machiavelli, accetta di dipingere il ritratto della moglie di un mercante. Quando l’artista incontra Madonna Lisa, una splendida giovane fiorentina, ne ha un’impressione così forte che dipinge non una, ma due versioni del suo ritratto. La seconda versione, a tutt’oggi oggetto di studio, verrà scoperta solo nel 2012, in un caveau svizzero. Nel documentario i maggiori specialisti del maestro fiorentino offrono nuove ipotesi e punti di vista sull’opera di uno dei più grandi geni italiani dell’Occidente.