MILANO – È stato presentato il 20 aprile presso la Triennale di Milano il quarto ed ultimo volume della collana Il Diritto dell’Arte curata dall’Avvocato Gianfranco Negri-Clementi, edito da Egea, dal titolo Economia dell’Arte. Proteggere, gestire e valorizzare le opere d’arte.
Il volume è introdotto da un dibattito aperto su L’Arte come Investimento tra Gianfranco Negri-Clementi e Severino Salvemini.
Sono diversi gli argomenti trattati dall’opera con prestigiosi contributi, dalle riflessione sull’arte quale investimento al mercato e collezionismo, evidenze di casi come la Deutsche Bank Art collection in Italia, la gestione delle collezioni coprorate e universitarie, il caso MuVir, primo museo virtuale delle banche, l’art advisory e la valutazione di opere d’arte fino ad uno degli argomenti chiave come quello dei Trust di opere d’arte e altri veicoli di protezione del patrimonio artistico di famiglia.
Gianfranco Negri-Clementi nell’introduzione del volume spiega: “Qualcuno forse dirà allora che questo libro è dedicato ai denari nell’arte, e non ai diritti e doveri nei rapporti intrasoggettivi riguardanti l’arte: ebbene, forse si è vero, ma in fondo tutto quello che noi abbiamo ideato per dare a questo mondo tradizioni, cultura e civiltà, è passato e continua a passare attraverso il denaro, quel grande medium in continua evoluzione che ci è stato necessario per costruire, dove prima esisteva il Campo di Marte, i nostri Musei e campus universitari. Unici autentici arsenali per la sopravvivenza dell’uomo.”
Il primo volume della collana, edito nel 2012, affrontava il tema “L’arte, il diritto e il mercato”, per introdurre ed evidenziare il riferimento oggettivo cui tutta la trattazione sarebbe stata rivolta, grazie a contributi di eminenti studiosi, che hanno trattato della creazione artistica come massima espressione di libertà, e poi dell’arte contemporanea nelle sue connotazioni più attuali, e infine dei diritti, in particolare degli artisti e dei collezionisti dell’arte. Il secondo volume, edito nel 2013, e dedicato a “La circolazione delle opere d’arte”, partiva dal rilievo che “la forza dell’opera d’arte” è nel suo naturale “appartenere a tutti”, sicché ogni “ostacolo alla circolazione e alla generale fruizione dell’opera d’arte costituisce una negazione” dell’opera stessa contro cui la società deve lottare per affermare la sua cultura, la sua tradizione e la sua etica. In questo ordine di idee, il secondo volume si occupava in particolare della circolazione delle opere d’arte sia sul mercato dell’arte sia all’interno e all’esterno dei confini territoriali nazionali per confluire in un sistema sempre più globale.
Il terzo volume su “La protezione del patrimonio artistico” usciva in parte dal “privato” per toccare il “pubblico” ed evidenziare non solo lo stato della normativa più recente e l’aumentata sensibilità verso la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale, sia “materiale” costituito dai beni mobili e immobili che presentano interesse storico e artistico, sia “immateriale” prevalentemente costituito da tradizioni orali, arti performative, pratiche sociali e rituali, conoscenze e abilità che le comunità riconoscono come elementi fondamentali del loro progresso culturale.