LONDRA – Sono stati riconsegnati all’Italia, nella sede dell’ambasciata italiana a Londra, una serie di reperti di varie epoche rubati a cavallo tra gli anni ’60 e ’80 e rivenduti sul mercato internazionale dei trafficanti d’arte. A darne notizie è il Mibac, che sottolinea come il rientro dei beni avvenga a “poche settimane dalla decisione del ministro per i Beni culturali Alberto Bonisoli di riconvocare il Comitato istituzionale sulle opere trafugate”.
Alla cerimonia hanno preso parte, oltre a Bonisoli, il CEO di Christie’s Guillaume Cerutti, l’ambasciatore italiano a Londra Raffaele Trombetta ed il comandante Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale Generale di Brigata Fabrizio Parrulli.
Sono stati restituiti 8 lotti, per un totale di 12 reperti, più una pagina di un codice miniato, sottratta negli anni ’40 all’Archivio di Stato di Venezia. Le opere sono state rintracciate grazie ad un’attività di controllo incrociato tra la nota casa d’aste londinese Christie’s e le informazioni contenute nella banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando Tutela Beni Culturali dei Carabinieri.
Tra i reperti ci sono: un’oinochoe greco in pasta vitrea, un’antefissa etrusca in terracotta del VI-V secolo a.C. e un stamnos falisco a figure rosse risalente al IV secolo a.C., cinque piatti stile Gnathia del IV secolo a.C., un’ hydra apula a figure rosse del 350-330 a.C., che erano tra gli oggetti ricercati perché inseriti nella lista di noti trafficanti italiani d’opere d’arte; un capitello romano del II secolo d.C., provento di scavi clandestini; un frammento di marmo di sarcofago romano proveniente dalle catacombe di San Callisto e il cui furto era stato denunciato nel 1982; un rilievo romano in marmo con Satiro e Menade trafugato dai giardini di Villa Borghese nel 1985; la pagina di codice miniato.
Il ministro Bonisoli nel corso della cerimonia di consegna ha affermato: “La restituzione conferma l’efficacia della collaborazione tra il nostro Paese e colossi del mercato dell’arte come Christie’s nella lotta al traffico illegale di opere d’arte. Chi acquista un’opera d’arte o un reperto deve essere certo della provenienza di quell’oggetto. E questo è quello che stiamo cercando di fare proprio attraverso la collaborazione con Istituzioni e case d’asta. Un controllo preventivo sui pezzi che finiscono in vendita e l’applicazione di leggi più severe per chi compra oggetti senza conoscerne la provenienza contribuirà a smantellare questo traffico” – ha concluso.
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