MANTOVA – ‘‘Come sentirò freddo dopo il sole?’’ si chiese Albrecht Dürer nel 1507 tornando in Germania dopo un viaggio in Italia. Da questa affermazione dell’artista, che soggiornò in Italia due volte nel 1494 e nel 1506 (a Venezia), prende spunto la mostra a cura di Johannes Ramharter e Peter Assmann,direttore di Palazzo Ducale, che l’8 ottobre aprirà al pubblico presso il Complesso Museale Palazzo Ducale Mantova, negli spazi espositivi al piano terra del Castello di San Giorgio.
Il percorso espositivo è diviso in cinque sezioni con un nucleo di 70 opere (incisioni), provenienti da prestigiosi prestiti dell’Albertina e del Kupferstichkabinett di Vienna, che permettono una serie di confronti tra le incisioni di Dürer e quelle di artisti italiani che lo influenzarono o anche che lo ‘copiarono’ – come Vasari racconta. Le tavole dei Trionfi commissionate dall’Imperatore Massimiliano I all’artista sono la testimonianza evidente di come Dürer conoscesse molto bene la serie di incisioni “ll trionfo di Cesare” di Mantegna. Così come è facile ipotizzare che le numerose rappresentazioni dell’anatomia dei cavalli, che Dürer realizzò dopo il secondo soggiorno italiano, si ispirino ai grandi monumenti equestri di Venezia e Padova o agli studi di Leonardo per una scultura equestre a Milano. Non a caso è presente in mostra anche una scultura in bronzo di Leonardo Da Vinci raffigurante un cavallo e conservata al Szepmüveszeti Muzeum di Budapest.
L’esposizione si conclude con un corpus di opere antiche della collezione del Palazzo Ducale, che mette in evidenza i debiti dell’arte rinascimentale – e di quella di Mantegna e Durer in particolare – nei confronti dell’antico. Inoltre una introduzione didattica spiegherà la tecnica dell’incisione rinascimentale.
Infine allo scopo di indagare gli scambi culturali intercorsi tra l’artista di Norimberga e Andrea Mantegna e far comprendere il ruolo dell’incisione quale mezzo per stampare serie di esemplari uguali, la mostra prevede anche un percorso didattico guidato con laboratorio, realizzato dai Servizi Educativi del Museo.
La mostra resterà aperta al pubblico fino all’8 gennaio 2017.