ROMA – “Digitalizzare fa bene, anche al mondo complesso e variegato dei beni culturali”. Ad affermarlo in un post è il sottosegretario ai Beni Culturali, Gianluca Vacca, che scrive: “L’innovazione tecnologica mette continuamente a disposizione nuovi strumenti in grado di assicurare una maggiore tutela e una migliore valorizzazione del nostro patrimonio, di favorirne una più ampia conoscenza attraverso forme di fruizione e canali di accesso innovativi, di conservare una memoria precisa di tesori spesso estremamente fragili, a beneficio delle generazioni che verranno. Non cavalcare questa rivoluzione sarebbe un grave errore. – Sottolinea Vacca – Si tratta piuttosto di governarla, ed è quello che abbiamo voluto fare al Mibac avviando un confronto aperto e costruttivo con l’universo digitale”.
“Oggi la digitalizzazione permette la visita di un museo o di un sito archeologico anche a migliaia di chilometri di distanza, da computer, tablet o smartphone, con la disponibilità in tempo reale di informazioni elaborate dagli archivi storici” – scrive il sottosegretario – “La diagnostica per immagini – dunque Tac, risonanze magnetiche, ecografie – consente di esplorare a fondo le opere d’arte fornendo informazioni preziosissime e non visibili a occhio nudo, come la datazione di un quadro, la sua autenticità, il suo stato di conservazione, eventuali interventi di restauro” – spiega ancora Vacca sottolineando che “un’importanza sempre maggiore assumerà il ricorso ai satelliti per il monitoraggio dei monumenti a fini di tutela e sicurezza”.
Ci sono poi lle applicazioni pratiche, in cui il digitale ha assicurato soluzioni efficaci a problemi cronici. “Si pensi – dice Vacca – al sistema tagliacode che ha permesso di ridurre notevolmente i tempi d’attesa alla Galleria degli Uffizi di Firenze, valorizzando allo stesso tempo i siti culturali vicini, solitamente meno visitati. Mibac e Comune di Roma stanno lavorando insieme per adottare soluzioni simili anche per i principali attrattori culturali del centro della capitale”.
“Grande successo ha fatto registrare anche il Progetto Antenati, un portale che – spiega ancora il sottosegretario – grazie alla digitalizzazione dell’enorme patrimonio documentario relativo ai Registri di Stato civile, rende possibile condurre ricerche anagrafiche e genealogiche e ricostruire così la storia di famiglie e di persone”.
“Guardando lontano, ci sono ancora intere frontiere da esplorare. Basti pensare all’impatto che avrà la tecnologia 5G, la quale assicura una circolazione di dati molto maggiore e con una velocità notevolmente superiore rispetto a quelle attuali”.
Secondo Vacca dunque il nuovo governo deve ripartire da questa innovazione con convinzione e conclude “la digitalizzazione è una grande opportunità e sarebbe davvero imperdonabile non coglierla”.