Rai Cultura filma per la prima volta l’ultimo Michelangelo pittore nel documentario di Nino Criscenti “Michelangelo sconosciuto”. Si tratta di due affreschi dipinti dall’artista nella Cappella Paolina, attigua alla Sistina, ma fuori dal circuito dei Musei Vaticani e non accessibile al pubblico. Cappella “parva” dei Palazzi Apostolici, la Paolina è luogo di culto riservato al Papa e alla famiglia pontificia, che questo documentario porta alla scoperta del grande pubblico.
È il novembre del 1542 quando Michelangelo entra nella cappella che Paolo III Farnese aveva fatto costruire ad Antonio da Sangallo il giovane. Un anno prima, nell’ottobre del 1541, Michelangelo ha terminato “Il Giudizio Universale” nella Sistina. Adesso è di nuovo sui ponteggi. Comincia da “La Conversione di Paolo”, che concluderà in tre anni, ma ce ne metterà cinque per dipingere “La Crocifissione di Pietro”. In quegli otto anni lavora anche al completamento di Palazzo Farnese, alla sistemazione della Piazza del Campidoglio, alla fabbrica di San Pietro, alla tomba di Giulio II e a varie sculture. Otto anni di profondo travaglio spirituale che si riflette sulle pareti della cappella Paolina: è come se in quegli affreschi Michelangelo avesse trasferito le sue meditazioni sull’uomo e su Dio, sulla morte, la grazia, la salvezza.
Il documentario ripercorre la storia di quest’opera tormentata e poco conosciuta, realizzata in otto anni, un arco di tempo molto più lungo rispetto a quello che l’artista aveva impiegato per i mille metri quadrati della volta della Sistina. Antonio Paolucci accompagna i telespettatori nella visione di questo Michelangelo “sconosciuto” con una lettura dettagliata dei due affreschi: un lavoro portato a termine con “gran fatica”, come scrive Vasari, per piccole giornate e frequenti interruzioni. Tra i documenti eccezionali che mostra lo speciale, uno dei cartoni usati da Michelangelo per “La Crocifissione di Pietro”, per le figure di tre armigeri sulla sinistra della scena, conservato presso il Museo Nazionale di Capodimonte, l’unico rimasto dei tanti cartoni disegnati da Michelangelo per i suoi affreschi. Visibile anche la prova di un intervento censorio sulla figura di Pietro: oggi con il sesso coperto da un perizoma ma dipinto da Michelangelo in nudo integrale, come attesta un disegno del pittore emiliano Lelio Orsi, eseguito pochi anni dopo l’affresco e conservato al British Museum. “Michelangelo sconosciuto” racconta infine il rapporto dell’artista con due figure centrali della sua vita in quegli anni: il Papa, Paolo III Farnese, che salirà sui ponteggi della Paolina poche settimane prima di morire e non farà in tempo a vedere l’opera completa; e Vittoria Colonna, “l’honesto e dolcissimo amore” con cui Michelangelo condivise le speranze di un rinnovamento della chiesa, l’amica e la confidente spirituale alla quale dedicò versi e disegni, tra i quali il celebre Crocifisso con due angeli dolenti, oggi a Londra.