MILANO – Sono terminati, dopo due anni, i lavori di restauro della Cappella di Sant’Aquilino nella basilica di San Lorenzo Maggiore a Milano, uno dei gioielli architettonici e artistici di Milano, che appariva agli autori medievali, fin dall’VIII secolo, come una delle chiese “più belle del mondo“.
La struttura
La Cappella, già mausoleo imperiale, poi dedicata a San Genesio, prende il nome da Sant’Aquilino, sacerdote e martire dell’XI secolo, il cui corpo si trova nell’urna in cristallo di rocca e argento posta presso l’altare. Preceduta da un atrio, l’aula di Sant’Aquilino è di forma ottagonale, con nicchie alternativamente semicircolari e rettangolari, coperta da una volta a ombrello cupoliforme. La costruzione è quella originaria dell’antico mausoleo eretto tra la fine del IV e la prima metà del V secolo dopo Cristo.
L’antico mausoleo, forse voluto dalla regina Galla Placidia, figlia dell’Imperatore Teodosio, sorella di Onorio e madre di Valentiniano III, conserva le sue strutture, l’architettura e anche i preziosi lacerti degli apparati decorativi musivi che, insieme ai rivestimenti in marmi e ai vetri colorati, ricoprivano interamente sia le pareti che le volte.
Negli interrati, cui si accede attraverso una scala posta dietro l’altare, si può ammirare la platea di fondazione, formata dai blocchi di recupero, provenienti dal vicino anfiteatro romano, in gran parte smantellato proprio per costruire la grande basilica di San Lorenzo con i suoi sacelli annessi di Sant’Ippolito e di Sant’Aquilino
Il restauro, seguito e sostenuto da Antonella Ranaldi, soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Milano, su progetto e direzione dei lavori dell’architetto Giorgio Ripa, è stato promosso dalla parrocchia di San Lorenzo Maggiore in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Milano, col contributo della Fondazione Cariplo, della Fondazione Banca del Monte di Lombardia, di Regione Lombardia, di Tmc Pubblicità e delle offerte della comunità di San Lorenzo.
Gli interventi sono stati preceduti da un’attenta analisi dello stato dei luoghi e delle varie criticità. I lavori preliminari hanno previsto il risanamento di alcune porzioni delle coperture e degli intonaci interni di San Lorenzo e della cappella di Sant’Aquilino, mediante la deumidificazione delle murature e l’eliminazione delle cause d’infiltrazione. Si è quindi intervenuti su oltre 1400 mq di superfici intonacate rimuovendo manualmente strati di colore, segni di infiltrazioni, macchie, sporco, depositi, restituendo nuove cromie mediante velature con acqua di calce.
Fulcro del restauro sono stati i mosaici che anticamente impreziosivano le quattro pareti dell’atrio della cappella, e che raffigurano la Gerusalemme celeste. I lavori sono stati curati da Claudia Tedeschi. L’intervento ha valorizzato non solo l’intero ciclo musivo, ma anche il contesto dell’opera garantendo una nuova fruizione dell’architettura nella sua totalità. In parallelo, sono stati riportati alla luce i preziosi affreschi, quasi illeggibili, situati nei due catini absidali posti sotto i mosaici, così come si sono resi visibili sia l’affresco posto alle spalle dell’urna di Sant’Aquilino raffigurante ”il ritrovamento delle spoglie del Santo”, sia la cupola con le decorazioni a stucco e le raffigurazioni degli Evangelisti e dei Padri della Chiesa, entrambe del tardo Cinquecento, quasi totalmente coperte da depositi e da efflorescenze.
E’ stato inoltre restaurato il portale romano in marmo, con la rimozione di patine e resine.
Tutto il lavoro infine è stato valorizzato da un nuovo impianto d’illuminazione, per il quale è stato importante il contributo di Artemide, con specifiche tecnologie finalizzate a valorizzare e percepire l’inedito volume architettonico, i mosaici, gli affreschi e gli stucchi.