ROMA – Miró – Il costruttore di sogni è l’ampia retrospettiva, curata da Achille Bonito Oliva, Maïthé Vallès-Bled e Vincenzo Sanfo, ospitata al Museo Storico della Fanteria a Roma fino al 23 febbraio 2025. In mostra una selezione di opere che spaziano dalle prime sperimentazioni alle ultime produzioni, evidenziando l’evoluzione del linguaggio pittorico Joan Miró e la sua costante ricerca di nuove forme espressive nell’arco di 60 anni di carriera.
L’indipendenza di Mirò da ogni dogma
Ciò che risulta evidente nelle 150 esposte, di cui alcune poco conosciute al pubblico, è la totale indipendenza di Mirò da ogni dogma artistico, sociale e culturale. Come evidenzia Achille Bonito Oliva, “Miró nelle sue espressioni pittoriche sfugge ad ogni categoria stilistica o appartenenza di gruppo. Prevale nella sua opera un principio di diaspora, che lo sottrae ad ogni appartenenza culturale. I suoi antiritratti fondano una libertà espressiva che permette all’artista di appartenere ad una scuola linguistica determinata, astratta e figurativa. Prevale infatti il futuribile come una attitudine di apertura e invito ad una libertà espressiva che le permette ogni possibile sconfinamento“.
Maïthé Vallès-Bled, Co-curatrice e Conservatore Capo Onorario dei Musei di Francia, mette in risalto “la libertà estetica di Miró” che invita “a un costante e rinnovato interrogarsi”. “Dalle Costellazioni del 1939-1941 alle opere degli anni Settanta, che evocano una cartografia del cielo, passando per l’esperienza più astratta dei monocromi, ogni sua opera è dominata da un’espressione di estrema libertà in cui tutti i segni si disperdono. È una cosmogonia personale e poetica, in un linguaggio pittorico innovativo e all’avanguardia“.
Per Vincenzo Sanfo, il segreto del successo planetario di Miró “è un mix di segno e colore che, innestati in uno spirito libero, gioioso e intellettualmente colto, hanno permesso a questo piccolo uomo di diventare un gigante della storia dell’arte di tutti i tempi”.
La mostra in 8 sezioni
Le opere in mostra spaziano tra il 1924 e il 1981, e sono suddivise in otto aree tematiche: Litografie, Manifesti, Poesia, Ceramiche, Derrière le Miroir, Pittura, Musica, Miró e i suoi amici. Ogni sezioni è un focus sulle passioni e gli attraversamenti dell’artista catalano. Particolarmente interessanti sono le litografie stampate da Fernand Mourlot, noto per la sua abilità nel riprodurre perfettamente i colori nelle opere grafiche di Miró.
Tra le opere esposte spiccano anche le ceramiche dipinte a mano e i bozzetti per la messa in scena de L’Uccello Luce (1981), realizzati per la Biennale di Venezia. La sezione intitolata Miró e i suoi amici, include lavori di artisti come Picasso, Dalí, Man Ray, oltre a fotografie e documenti di poeti come Breton, Éluard e Tzara, evidenziando le connessioni di Miró con il mondo artistico e culturale del suo tempo.
Tre aspetti chiave dell’arte di Miró
La mostra punta a sottolineare tre aspetti fondamentali della creatività di Miró:
- La rivoluzione del linguaggio artistico: Miró ha saputo equilibrare astrazione e figurazione, creando opere che trascendono i confini dell’arte tradizionale.
- La dimensione onirica e lirica: le sue opere, spesso caratterizzate da colori vivaci e forme libere, incarnano una sensibilità libera dalle convenzioni razionali, specialmente in un’epoca di dittature e conflitti.
- La capacità di resistenza: nonostante le avversità politiche e sociali, Miró ha sempre mantenuto uno spirito gioioso e libero, utilizzando l’arte come mezzo di espressione personale e collettiva.
Miró – Il costruttore di sogni è una iniziativa culturale di Difesa Servizi S.p.A., co-prodotta da Art Book Web e Diffusione Cultura Srl.
Vademecum
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