NAPOLI – Con un corpus di oltre settanta opere, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli accoglie, dal 7 aprile al 5 giugno 2017, la personale Alessandro Kokocinski (Porto Recanati, 1948) dal titolo Kokocinski. La Vita e la Maschera: da Pulcinella al Clown.
In mostra dipinti, sculture, installazioni, disegni, filmati, versi poetici, libri d’artista ispirati alla metamorfosi della «maschera», che l’artista definisce “mediatrice fra noi e il vuoto insondabile celato”. La rassegna si sviluppa attraverso un percorso suddiviso in 6 aeree: L’Arena; Pulcinella; Petruška; Sogno; Il Clown; Maschera Interiore. Tre grandi installazioni animano ulteriormente l’itinerario: Olocausto del Clown tragico, Non l’ho fatto apposta – quest’ultima si avvale della preziosa partecipazione di Lina Sastri, in un video di corredo – e Sguardo al futuro nascente, recentissima creazione appositamente realizzata per questa esposizione.
È dunque al circo che afferisce la maggior parte delle opere in mostra, selezionate dallo stesso Kokocinski. La coscienza della maschera umana tutto permea. E il mascheramento diviene verità.
Come scrive Paola Goretti: “Sotto il tendone da circo sempre vivo, Kokocinski è un assalto al cuore colmo di paesaggi con uomini rotti, il canto di un disastro partorito a morsi e a morsi sputato nelle latrine, un colore pentecostale acceso di lapilli. Ma anche uno sterminato orizzonte aereo dai riflessi felici e iridescenti, catapultati verso il cielo; un volume sottile -infinitamente esangue- esaltato dalla dimensione funambolica dell’arte circense. Un graduale affettivo fitto di allacci, un vibrante sedimento della memoria dell’umanità. Tra Vita, Maschera, Sogno”.
Afferma invece il Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, che promuove e sostiene l’evento: “La mostra del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, oltre a rappresentare il punto più alto della produzione artistica di Kokocinski, può considerarsi anche una sintesi del suo percorso esistenziale. L’arte del Maestro va letta, infatti, in parallelo alla sua esperienza di vita, e la mostra dà un forte contributo in tal senso, in quanto costituisce l’occasione per conoscere non solo l’opera di un uomo che ha vissuto direttamente alcune tra le più grandi tragedie del Novecento, ma anche quella di un artista che ha avuto la fortuna di vivere una delle più dinamiche stagioni dell’arte, quella degli anni Settanta, fatta di ricerca, sperimentazione e scoperta. Il messaggio quanto mai attuale di Kokocinski, in conclusione, ruota intorno al rispetto per la dignità umana, condizione indispensabile perché questo nostro mondo sia sempre più orientato alla mutua comprensione e alla collaborazione tra i popoli, al di là delle rispettive convinzioni religiose, culturali e politiche di ciascuno. Non posso quindi fare a meno di esprimere il mio personale ringraziamento a Kokocinski, cui sono legato per via di un sincero rapporto umano protrattosi negli anni e caratterizzato da un proficuo scambio culturale, che mi ha permesso, tra l’altro, di comprendere appieno la poetica artistica del Maestro avvalorata dall’apprezzamento per le sue opere.”
{igallery id=4979|cid=528|pid=1|type=category|children=0|addlinks=0|tags=|limit=0}