NEW YORK – Si è spento all’età di 83 anni James Rosenquist, considerato insieme a Andy Warhol e Roy Lichtenstein, uno dei padri della Pop Art. Nato a Grand Forks (North Dakota) il 29 novembre 1933, studia grazie a una borsa di studio alla Minneapolis School of Arts, per poi proseguire alla University of Minnesota. Si trasferisce a New York nel 1955 e qui comincia la sua attività cartellonistica in Times Square e in altri luoghi pubblici.
L’operato artistico di Rosenquist si contraddistingue in particolare per la scelta di una pittura di grande formato che punta all’elaborazione del concetto di spettacolarità, mutuato essenzialmente dalla sua precedente esperienza di cartellonista. Le sue opere appaiono infatti come una sorta di proiezione su schermo di una serie di frammenti di oggetti della vita quotidiana, spesso assemblati senza alcun apparente nesso logico che infonde però all’opera uno spessore inventivo e un’aura surreale difficilmente rintracciabile in altri lavori di artisti Pop.
Nella sua lunga e prolifica carriera Rosenquist ha affrontato spesso anche tematiche legate al mondo socio-politico. Famosissimo il suo F-111, dipinto realizzato nel 1965 e chiaramente ispirato alla guerra del Vietnam. Come suggerisce il titolo stesso, l’opera vede protagonista l’immagine di una fusoliera di un aereo cui seguono frammenti di pneumatici, lampadine, il volto sorridente di una bimba sotto un casco da parrucchiere e la fiancata di un aereo con la scritta U.S.AIR FORCE, e poi ancora un ombrello multicolore aperto a contenere il fungo di una gigantesca esplosione atomica e per finire una montagna di spaghetti al pomodoro. Immagini che aggrediscono la nostra mente al pari dei mass-media e trasmettono una visione del mondo che va oltre la realtà quotidiana e i feticci della società dei consumi, per soffermarsi a rappresentare anche la forza aggressiva della tecnologia finalizzata a macchine da guerra.
Celebri anche opere come il dipinto del 1964 Joan Crawford says, in cui l’attrice pubblicizza la marca di un prodotto di cui non riusciamo a scorgere l’aspetto o President elect dedicato a John Fitzgerald Kennedy, conservato a Parigi al Centre Georges Pompidou. Le sue opere sono conservate nei musei di ogni parte del mondo, tra cui al Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (MART), al Metropolitan Museum of Art e al Museum of Modern Art (MoMA) di New York, al Museo Guggenheim di Berlino, di Bilbao e di New York, che gli ha dedicato nel 2003 una retrospettiva.