NAPOLI – Nella Certosa di San Martino, uno dei più mirabili esempi del Barocco napoletano, la rassegna Vesuvio quotidiano_Vesuvio universale presenta circa 100 opere dal Cinquecento ad oggi, tra cui alcune delle più significative provenienti dalle raccolte del museo accanto ad altre di collezioni pubbliche e private, dedicate alle suggestioni suscitate nel corso del tempo dalla paura ancestrale della presenza incombente del Vesuvio sul paesaggio e sulla città.
Come spiega la curatrice Anna Imponente: “Il titolo trae spunto da quello di una mostra di Stefano Di Stasio, ‘Vesuvio quotidiano (San Gemini, 2016) e dal titolo del recente ritratto raccontato nel libro di Maria Pace Ottieri ‘Vesuvio universale’. I due termini contrapposti offrono l’idea dalla terribilità di una natura incombente e di una socialità che si sviluppa per esorcizzarne il pericolo”.
Il percorso iniziacon la Cartografia cinquecentesca fra cui spicca la preziosa stampa di Athanasius Kircher, tratta da Mundus supterraneus (Amsterdam, 1665), che presenta la fantasiosa immagine di un Vesuvio in sezione. Si prosegue con opere emblematiche come L’Eruzione del Vesuvio del 1631 di Domenico Gargiulo (detto Micco Spadaro) e con una serie di immagini del paesaggio vesuviano dal vero di Giuseppe de Nittis, collocate in una sala dedicata. Da segnalare poi la preziosa serie di circa 100 gouache, acquerelli e stampe, consacrate all’immagine del Vesuvio, donata nel 1956 da Aldo Caselli (mecenate e erudito e docente universitario).
In dialogo con le opere antiche è possibile un corpus di circa 50 opere moderne e contemporanee: le terrecotte smaltate di Leoncillo Leonardi, della fine degli anni Cinquanta; la combustione di Alberto Burri Tutto nero (1956); il ritratto Vesuvius (1985) di Andy Warhol che ritrae il vulcano “più grande del mito, una cosa terribilmente reale”; il Senza titolo (1996) di Jannis Kounellis in ciu l’elemento del carbone concretizza la naturalità della materia povera; il dipinto Odi navali (1997) di Anselm Kiefer.
Nel cortile di ingresso introducono alla mostra le due sculture di Bizhan Bassiri (2006) meteoriti nel cortile, installazione completata da Evaporazione rossa (2013), una sorta di astro solenne che domina la navata della Chiesa monumentale.
L’esposizione è arricchita dalle foto di Antonio Biasiucci, maestro degli scatti sui vulcani attivi in Italia e del Vesuvio in particolare, di Giovanni De Angelis, che con Volcano rimanda al cratere come simbolo di improvvisi cambiamenti, di Maurizio Esposito, che documenta i roghi che nel 2017 hanno devastato il Parco nazionale del Vesuvio, e una “cartolina” di Riccarda Rodinò di Miglione, un gioco di riflessi nelle acque del Golfo e dalla installazione di art sound di Piero Mottola.
Lungo il percorso della mostra, in un piccolo ambiente, è possibile assistere alla proiezione del cortometraggio di Maya Schweizer, “Insolite” (2019), realizzato con il sostegno del Goethe Institute: una suggestiva sequenza di immagini del Vesuvio attuali in dialogo con quelle dell’ultima eruzione avvenuta nel 1944, senza alcun nesso narrativo, ma immaginifica ed emozionante.
In occasione del finissage, venerdì 27 settembre 2019, sarà presentato il catalogo della mostra, edito da Arte-m, con testi di Anna Imponente, Bruno Corà, Fernanda Capobianco, Ileana Creazzo, Luisa Martorelli, Rita Pastorelli, Annalisa Porzio e contributi di Maria Pace Ottieri e Silvio Perrella. A conclusione della presentazione del catalogo sarà proiettato “Sul vulcano”, il film documentario di Gianfranco Pannone.
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Vademecum
Vesuvio quotidiano_Vesuvio universale
Certosa e Museo di San Martino – Largo San Martino 5, Napoli
6 luglio – 29 settembre 2019
ORARI: Dal lunedì alla domenica ore 9.30-17. 00. Chiuso il mercoledì
BIGLIETTO: Intero € 6,00 – Riduzioni e gratuità secondo la normativa vigente.
INFORMAZIONI: | +39 081 2294510-532-538
www.polomusealecampania.beniculturali.it| accoglienza.sanmartino@beniculturali.it