Una scultura da attraversare, più che una semplice stazione. Con la nuova fermata della metropolitana di Monte Sant’Angelo, a Napoli, Anish Kapoor trasforma l’architettura in arte totale, offrendo ai viaggiatori un’esperienza che è al tempo stesso transito e immersione nel mito.
Un progetto iniziato 22 anni fa
L’inaugurazione della stazione arriva dopo oltre vent’anni di lavori, tra stop amministrativi, ricorsi e difficoltà di finanziamento. Il progetto affonda le sue radici nei primi anni 2000, quando fu fortemente voluto dall’allora presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino. Proprio a lui Kapoor ha voluto dedicare un ringraziamento speciale durante la cerimonia: “Lo ringrazio per il suo grande coraggio. Questa stazione è un mix tra scultura e architettura, con il desiderio di guidare in un viaggio iniziatico all’interno delle viscere di Napoli”, ha dichiarato lo scultore britannico di fama mondiale, che firma una delle opere pubbliche più ambiziose del panorama europeo degli ultimi decenni. In attesa dell’entrata in esercizio, prevista entro un mese, la nuova stazione Monte Sant’Angelo si candida già a diventare uno dei simboli della metropolitana di Napoli.
La potenza del mito: la discesa agli Inferi
Concepita come un’opera d’arte totale, la stazione Monte Sant’Angelo è ispirata al mito della Sibilla Cumana e alla discesa agli Inferi narrata nell’Eneide. Le due uscite — una nel campus dell’Università Federico II e l’altra nel quartiere Rione Traiano — sono caratterizzate da monumentali sculture firmate Kapoor che richiamano l’immagine di una bocca, come varchi verso un mondo sotterraneo, oscuro e affascinante. La più imponente delle due, collocata presso il polo universitario, è una struttura in acciaio di 220 tonnellate, alta 19 metri, che ingloba le scale mobili e guida simbolicamente il passeggero verso l’interno della terra. L’altra, posta nel Rione Traiano, misura 11 metri e pesa oltre 42 tonnellate. Entrambe le opere sono concepite non solo come installazioni visive, ma come veri e propri spazi da attraversare, esperienze immersive che fondono mitologia, urbanistica e introspezione.
Un’opera democratica e immersiva
“Volevo affrontare cosa significa davvero scendere sottoterra, nella città del Vesuvio e del mitico ingresso all’Inferno”, ha spiegato Kapoor. “Questa stazione è un’opera d’arte democratica: ogni passeggero è parte integrante dell’opera stessa”. L’intero ambiente sotterraneo, realizzato su un unico livello inclinato, è rivestito in spritz-beton, un calcestruzzo proiettato che evoca l’antro di una caverna, accentuando l’immaginario mitologico e viscerale voluto dall’artista. A rendere ancora più suggestivo il percorso sono gli ascensori diagonali, accanto alle classiche scale mobili, che contribuiscono a rafforzare l’effetto di un viaggio verticale verso l’ignoto, “come entrare nelle viscere del Vesuvio”, secondo le parole di Kapoor, che ha anche ricordato come le sue origini indiane (è nato a Bombay) abbiano ispirato un parallelo culturale e simbolico con Napoli. La realizzazione dell’opera è firmata da Webuild, che ha già costruito 14 stazioni della metropolitana partenopea, incluse le celebri “Stazioni dell’Arte” (Toledo, Dante, Museo), e che attualmente è al lavoro anche per la nuova fermata di Capodichino. Monte Sant’Angelo si inserisce dunque in questo prestigioso percorso, aggiungendo una tappa monumentale che unisce arte contemporanea, urban design e identità mitologica.
Una (simpatica) gaffe sul palco
A margine della visita ufficiale, un momento di leggerezza ha visto protagonista il presidente della Regione Vincenzo De Luca. Rivolgendosi alla compagna di Kapoor, Oumaima Boumoussaoui, ha erroneamente creduto fosse la figlia dell’artista: “Siamo grati a lei – ha detto – e a questa bellissima ragazza che è la figlia di Kapoor”. Corretto subito, ha aggiunto: “La moglie, chiedo scusa. Anche in questo Kapoor dimostra di essere un creativo. Siamo gemellati da questo punto di vista, sui gusti”. Ha aggiunto fra l’imbarazzo generale.