FIRENZE – Dopo una decina di giorni di scavi condotti dal team di archeologi composto da Chiara Molducci, Francesca Cheli e Lapo Somigli della società cooperativa Laboratori Archeologici San Gallo con il consigliere comunale nonché archeologo Giannino Pastori, è affiorata sull’altura che circonda la millenaria pieve San Pietro in Bossolo, culla della prima comunità cristiana sorta nel territorio, la presenza di un insediamento del Medioevo. Ad attestarlo sono le tipologie di strutture murarie e reperti ceramici fin qui messi in luce che hanno un orizzonte cronologico anteriore al XIV secolo.
In una conferenza stampa, il sindaco David Baroncelli ha spiegato: “Abbiamo deciso di intervenire in quest’area perché, sulla base di quanto attestato da fonti scritte e testimonianze documentarie si ipotizza la presenza dei castelli di San Pietro e San Giovanni, riferibili il primo all’XI secolo, il secondo intorno al XIII secolo, entrambi di proprietà del vescovo di Firenze. L’obiettivo di questo studio è molteplice: non solo cerca di capire e conoscere la vita delle persone del tempo ma si propone di esaminare le relazioni che intercorrono tra la pieve e i possibili precedenti abitati romani e tardo antichi. L’indagine su San Pietro offre infatti la possibilità di analizzare come la pieve, collegata territorialmente al punto di passaggio del tracciato romano, si inserisca in un contesto tardo antico e diventi riferimento amministrativo e religioso delle comunità locali”.
“Al momento, scavando stratigraficamente – ha affermato la direttrice di scavo, l’archeologa medievista Chiara Molducci – sono emerse strutture riferibili a un abitato non sappiamo ancora se fortificato, pensiamo che possa essere riferibile al più recente dei castelli citati dalle fonti scritte, quello di San Giovanni, costruito in una fase successiva a quella di San Pietro. Abbiamo ritrovato anche materiali costruttivi riferibili al periodo tardo antico romano probabilmente tratti dal recupero di strutture antiche riutilizzate in quelle medievali. Il nostro percorso si propone di scavare con metodo scientifico e intercettare le tracce lasciate nel terreno per ripercorrere tempi e modi di un abitato di circa 800 anni fa e come la vita ha messo radici in questo luogo nel corso dei secoli”.
“Nei prossimi anni – ha quindi precisato l’archeologa – estenderemo il raggio della ricerca su alcune aree individuate dello scavo spostandoci a sud-ovest per capire meglio come le strutture che abbiamo individuato si impostino su quelli che sembrano i crolli degli edifici precedenti e stabilire se tali strutture si riferiscano al castello del secolo undicesimo o, addirittura, ad un abitato precedente di origine tardoantica, cercheremo di approfondire inoltre lo studio delle tracce di vita relative all’abitazione medievale rinvenuta. Inoltre, continueremo ad approfondire lo studio delle tracce di vita relative all’insediamento medievale già messo in luce”.
L’indagine archeologica è promossa e finanziata dal Comune di Barberino Tavarnelle (Fi), in collaborazione con la Soprintendenza archeologica Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e Provincia di Pistoia e Prato.