Dalla luce lattiginosa di Copenaghen ai toni dorati del Lazio: con Swarmers, l’artista danese Oliver Bak approda a Indipendenza, a Roma, dopo un periodo di residenza a Tarquinia presso i Matta Archives. La mostra, aperta fino al 17 gennaio 2026, riunisce dodici nuove tele a olio e cera insieme a una serie di disegni inediti, tutti realizzati durante il suo soggiorno italiano. Il titolo, Swarmers – “sciamatori” – è già una dichiarazione di intenti: i lavori di Bak sembrano vivi, in movimento, come organismi che si spostano da una superficie all’altra. Nei suoi dipinti convivono corpi in mutazione, falene, danzatori, spiriti in bilico tra apparizione e dissoluzione. Figure che non stanno mai ferme e che, come suggerisce il curatore Giorgio di Domenico, “si insinuano tra le pareti scrostate e le carte da parati d’epoca dell’appartamento di Indipendenza, respirando insieme allo spazio che le ospita”.



Dalla Danimarca a Tarquinia: la pittura come viaggio
Bak (Copenaghen, 1987) appartiene a quella generazione di artisti che, pur partendo da una formazione classica, rifiutano i confini di stile. Nella sua pittura convivono echi nordici – la luce fredda, il senso del mistero, la materia corposa – e suggestioni mediterranee, assorbite durante la residenza italiana. Il risultato è una pittura densa e stratificata, che sembra respirare. Ogni tela è come un ecosistema autonomo, abitato da figure che si muovono tra gli strati di colore, emergendo e scomparendo, come insetti attratti dalla luce.

Un’allucinazione collettiva
Visitare Swarmers significa entrare in una dimensione sospesa. Le opere non sono semplicemente appese: sembrano infiltrarsi nelle stanze, aderire alle pareti, scivolare tra pavimenti e soffitti affrescati. Il contesto domestico di Indipendenza, con la sua atmosfera decadente e intima, amplifica il senso di instabilità e metamorfosi che attraversa la pittura di Bak. C’è qualcosa di cinematografico nei suoi quadri – una tensione costante tra movimento e immobilità, tra nascita e sparizione. Le sue figure danzano, cadono, si rialzano. Alcune sembrano provenire da un sogno lucido, altre da un archivio di immagini dimenticate. “Danzano una danse macabre,” scrive Di Domenico, “respirano l’ultimo ossigeno prima di sprofondare nel buio della tela”.


“Swarmers” – Oliver Bak
A cura di Giorgio di Domenico
Indipendenza, Via dei Mille 6, Roma
18 ottobre 2025 – 17 gennaio 2026
info@indipendenzaroma.com








