ROMA – Inizia il restauro delle facciate e dei tetti di Palazzo Farnese a Roma. I lavori rappresentano il proseguimento di interventi precedenti, in particolare quelli realizzati in occasione del Giubileo dell’anno 2000.
Durante il mese di marzo 2021 verrà allestito il cantiere (impalcature, montaggio della tettoia di protezione, palizzata da cantiere). Dopo di che, la prima tappa riguarderà l’avvio del posizionamento della copertura e del consolidamento della capriata. Nello stesso tempo, dal mese di aprile, comincerà la fabbricazione degli infissi esterni e delle serrature. Il restauro della facciata di via dei Farnesi sarà avviato a luglio.
La committenza dei lavori è il service des travaux et bâtiments français en Italie (STBI). Essa è assicurata dall’agenzia di Pierre-Antoine Gatier, Capo Architetto dei Monumenti Storici e Ispettore generale dei Monumenti Storici.
Per garantire la conformità delle strategie di restauro, un comitato scientifico composto di esperti francesi e italiani si è riunito in varie occasioni – nel 2018, due volte nel 2019 e infine nel 2020. Il restauro è monitorato scientificamente dalla Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma. Il cantiere sarà avviato a marzo 2021.
I lavori riguarderanno la pulizia dell’intonaco, il consolidamento delle pietre, e la revisione della copertura in tegole antiche.
Un importante lavoro sarà svolto sugli infissi che verranno sostituiti per ripristinare, così come è già stato fatto sulle due facciate che danno su Piazza Farnese e su via Giulia, i disegni originali degli infissi del XVI° secolo. Il restauro del travertino e del paramento in mattoni si svolgerà contemporaneamente alla ripresa delle coperture in tegole “alla romana”. Per quanto riguarda il colore delle facciate, sarà ripristinato tramite una patina di armonizzazione che permetterà di attenuare l’eccessivo contrasto tra la facciata restaurata di Piazza Farnese e le facciate laterali. Un campionamento e vari prelievi saranno effettuati per appurare scientificamente la composizione dei mortai e degli intonaci originali, ciò nell’intento di avvicinarsi al meglio all’opera originale.
Il restauro sarà suddiviso in quattro fasi successive che dovrebbero svolgersi su quattro anni:
– La prima fase comincerà a marzo 2021 e sarà dedicata al restauro della facciata di via dei Farnesi, degli infissi nonché delle coperture sui versanti di quella facciata;
– La seconda fase sarà dedicata al restauro delle facciate, degli infissi, nonché delle coperture sui versanti di via del Mascherone;
– La terza fase sarà dedicata alla manutenzione della facciata principale che dà su Piazza Farnese, alla revisione degli infissi, nonché al restauro delle coperture;
– Infine, la quarta fase si concentrerà sul restauro dei tetti di via Giulia e del muro di cinta del giardino, nonché delle coperture sui versanti di via Giulia.
Il costo dei lavori ammonta complessivamente a 5,6 milioni di euro, cofinanziati dai ministeri francesi dell’Europa e degli Affari esteri, e dell’Insegnamento superiore, della Ricerca e dell’Innovazione.
La storia dell’edificio
Le facciate di pietra e di mattone di Palazzo Farnese hanno visto la firma di quattro architetti che si sono contraddistinti a Roma: Antonio da Sangallo, Michelangelo, Vignola e Giacomo Della Porta. Nel 1513, Antonio da Sangallo avvia il cantiere della facciata principale, mentre il palazzo era già occupato dal proprietario, il cardinale Alessandro Farnese. Nel 1546, dopo la morte del primo architetto, Michelangelo porta avanti il cantiere; realizza il cornicione del Palazzo, modifica la grande finestra della facciata principale e realizza il secondo piano del cortile interno. A partire dal 1550, il Vignola partecipa all’edificazione della facciata di via del Mascherone. Infine, nel 1573, Giacomo Della Porta intraprende la costruzione dell’ala retrostante e porta a termine, nel 1589, la facciata rivolta sul Tevere.
L’edificazione delle facciate di Palazzo Farnese si protrae quindi durante tutto il XVI° secolo. A questi nomi famosi occorre aggiungere quelli degli inquilini del Palazzo, rappresentati sulla facciata da simboli ben precisi: i festoni, le palme e la quercia di Papa Alessandro VII Chigi; le spighe di grano della dinastia dei Vasa alla quale apparteneva Cristina di Svezia, che ha soggiornato a Palazzo; oppure il giglio dei Farnese.
Diventate testimonianze palesi del Rinascimento romano, queste facciate ritroveranno il loro splendore iniziale attraverso la valorizzazione degli elementi inerenti alla costruzione (buche pontaie, intonaci originali).