MILANO – Palazzo Reale di Milano celebra Vincenzo Agnetti, l’artista concettuale italiano che ha trasformato la parola in immagini iconiche e l’immagine in poesia, attraverso una antologica di oltre cento opere, realizzate tra il 1967 e il 1981, dal titolo A cent’anni da adesso. Un percorso espositivo che nel suo insieme riesce a restituire un’immagine chiara ed esaustiva dell’universo creativo dell’artista.
L’esposizione, a cura di Marco Meneguzzo e dell’Archivio Agnetti, attraverso un’analisi critica e “sentimentale”, invita a riscoprire Agnetti, morto giovane nel 1981, all’età di 54 anni, cogliendone l’originalità, il rigore critico, la poetica e la straordinaria contemporaneità.
Afferma Meneguzzo: “Con questo appuntamento riscopriremo uno dei più grandi artisti concettuali. Il suo concettualismo è diverso da quello anglosassone, americano, e anche da quello europeo; quello di Vincenzo Agnetti ha un risvolto metafisico e letterario, pieno della nostra cultura, vorrei dire mediterraneo, se oggi questo aggettivo non apparisse riduttivo”.
In mostra, ovviamente i lavori più noti, tra cui:
– Quando mi vidi non c’ero, il suo Autoritratto: feltro grigio inciso a fuoco e colorato in compagnia di altri feltri, Ritratti e Paesaggi.
– Gli Assiomi: bacheliti nere incise con colore a nitro bianco che, attraverso paradossi, tautologie, illuminanti sintesi di pensiero, sono il contrappunto analitico della sua produzione.
– Il Libro dimenticato a Memoria, l’opera che maggiormente sintetizza la sua ricerca sulla memoria e la dimenticanza.
– La Macchina Drogata, la calcolatrice Divisumma 14 della Olivetti i cui numeri sono stati sostituiti con altrettante lettere dell’alfabeto, facendo seguire ad ogni consonante una vocale in modo che tutte le parole ottenute casualmente dalle operazioni, anche se prive di senso logico, fossero comunque supporto di intonazione, Da semplice calcolatrice incapacitata a svolgere la sua funzione diventa produttrice di opere d’arte dal forte impatto pittorico e iconico. E accanto alla macchina drogata troviamo infatti una parte della sua produzione: semiosi, comete, dissolvenze e la bellissima istallazione dell’Apocalisse.
Tra i lavori esposti anche la stanza dedicata all’Amleto Politico: 60 bandiere di tutte le nazioni del mondo che contornano il palco da cui l’Amleto di Agnetti arringa la folla, il monologo di questo Amleto Politico recitato dalla straordinaria voce di Agnetti che riesce a far parlare i numeri come fossero un discorso, perché l’Amleto Politico, come la macchina drogata e altre sue opere, è un’operazione di teatro statico.
Trovano inoltre posto molti dei suoi lavori più significativi fatti utilizzando la fotografia: alcuni più noti come l’Autotelefonata, Tutta la Storia dell’Arte in questi tre lavori, l’Età media di A, altri meno noti quali Architettura tradotta per tutti i popoli e altri quasi mai visti come Riserva di caccia.
La mostra, inaugurata il 4 luglio, sarà visitabile fino al 24 settembre.
Vademecum
A cent’anni da adesso
Dal 04 Luglio 2017 al 24 Settembre 2017
Milano
Palazzo Reale
Biglietti: ingresso gratuito
Info: +39 02 88445181
c.mostre@comune.milano.it
http://www.palazzorealemilano.it