FIRENZE – Prendono il via la prossima primavera i lavori di restauro e manutenzione della Sala della Guardaroba del museo di Palazzo Vecchio a Firenze, meglio conosciuta come Sala delle Carte geografiche. Il progetto, elaborato dalla direzione Servizi tecnici-Fabbrica di Palazzo Vecchio, ha avuto il via libera della giunta comunale su proposta dell’assessore alla cultura Tommaso Sacchi e sarà finanziato grazie a una donazione di 500mila euro della fondazione Friends of Florence nell’ambito del programma Florence I Care.
“La Sala delle carte geografiche – ha spiegato Sacchi – è uno degli ambienti più preziosi del museo di Palazzo Vecchio. Il meraviglioso globo posto al centro è uno dei più grandi e antichi giunti quasi del tutto intatti fino a noi. Adesso ce ne prenderemo cura grazie alla generosità di Friends of Florence e valorizzeremo tutta la Sala dal pavimento al soffitto e agli armadi alle pareti dove sono collocate una cinquantina di carte su tavole a olio che raffigurano tutto il mondo conosciuto ai tempi di Cosimo I”.
“Da quasi vent’anni Friends of Florence desidera realizzare il restauro della Sala delle Carte geografiche e del mappamondo – ha sottolineato Simonetta Brandolini d’Adda, presidente di Friends of Florence – non solo per l’importanza scientifica ed artistica delle opere, ma anche perché, qui fra le pareti di questa stanza in Palazzo Vecchio, si conserva la testimonianza di come fosse il mondo conosciuto al tempo di Cosimo I. E’ un progetto affascinante e altamente necessario per salvaguardare un ambiente così unico al mondo”.
La Sala
La sala detta delle Carte geografiche all’epoca dei Priori non esisteva ancora. Quando il duca Cosimo I de’ Medici si trasferì nel palazzo, i locali limitrofi andarono a costituire il quartiere della Guardaroba, dove si custodivano tutti i beni mobili della corte. Questo ambiente fu realizzato successivamente da Giorgio Vasari (1561-1565), su richiesta di Cosimo, per assolvere la duplice funzione di stanza principale della Guardaroba e sala di cosmografia.
Il progetto di allestimento della nuova sala, elaborato dal Vasari con la collaborazione del cosmografo Fra’ Miniato Pitti che, dopo un iniziale affiancamento, cedette il suo ruolo al domenicano perugino Egnazio Danti, al quale successe infine l’olivetano Stefano Bonsignori, prevedeva: nel soffitto, pitture raffiguranti le costellazioni; lungo le pareti, grandi armadi lignei, con tavole di geografia sulle ante e immagini della fauna e flora dei rispettivi territori sulle basi; al di sopra di questi, busti di principi e imperatori e trecento ritratti di uomini illustri.
Infine, nel mezzo della sala, due grandi globi sarebbero dovuti apparire dall’alto in modo scenografico, all’apertura dei riquadri centrali del soffitto, quello celeste, rimanendo sospeso in aria, quello terrestre, calando fino al pavimento.
L’idea di rappresentare in una stanza tutto il mondo conosciuto alla metà del Cinquecento rifletteva l’interesse di Cosimo per la geografia, le scienze naturali e i commerci, tradiva tuttavia l’intento di celebrare il duca come dominatore dell’universo, nel ruolo che peraltro gli veniva allegoricamente attribuito dall’associazione del suo nome alla parola greca ‘kosmos’.
L’ambizioso progetto rimase in parte incompiuto.
Lo spettacolare mappamondo al centro della Sala delle Carte Geografiche, con i suoi circa 220 cm di diametro, è il più antico globo di grandi dimensioni giunto fino ai nostri giorni, costruito con grande ingegno in anni in cui la tecnica di costruzione di questo genere di strumenti scientifici era ancora lontana dall’essere messa a punto e codificata.
Le prime notizie documentarie sul globo risalgono all’inizio del 1564, quando da una lettera inviata da Giorgio Vasari a Giovanni Caccini il 29 gennaio si apprende che quest’ultimo gli avevo spedito “l’appamondo” da Pisa per via fluviale. Il globo è stato realizzato dal frate Egnazio Danti che già si era occupato di 30 tavole geografiche e non era sicuramente ancora terminato nel 1568. E’ molto probabile che il globo terrestre, una volta terminato, non sia stato collocato nella Sala della Guardaroba, in quanto non citato negli inventari del palazzo del 1570 e del 1574. Potrebbe pertanto essere stato sistemato fin da subito a Palazzo Pitti dove risulta presente in un inventario del 1587. Insieme agli altri manufatti scientifici della Galleria degli Uffizi, nel 1775 passò nel Museo degli Strumenti Antichi annesso alla Specola di Firenze e solo nel 1958, dopo altre vicissitudini, raggiunse la sua sede originaria nella Sala delle Carte Geografiche di Palazzo Vecchio.
Il restauro
La Sala delle Carte geografiche, al terzo piano di Palazzo Vecchio, quasi al termine del percorso espositivo, è uno degli ambienti più visitati e di conseguenza è sottoposta a una notevole usura.
I lavori, che dureranno un anno, prevedono il recupero e la valorizzazione degli arredi, degli impianti, delle carte geografiche e dell’enorme mappamondo che troneggia nel centro della stanza. Infatti mappamondo e carte geografiche, ad eccezione di alcuni interventi di manutenzione risalenti agli anni Cinquanta del secolo scorso, non erano mai stati sottoposti a un restauro con le tecniche moderne.
Necessitano inoltre di un restauro urgente sia il pavimento ormai disconnesso, che gli impianti di illuminazione e tecnologici ormai inadeguati al percorso museale e alla valorizzazione delle carte geografiche e dei 13 artistici armadi a parete che le contengono.
Le carte, 53 dipinti a olio su tavola che offrono una dettagliata rappresentazione di terre e mari conosciuti ai tempi di Cosimo I, saranno staccate e restaurate nella sala attigua, mentre il mappamondo, troppo grande per cambiare sala, sarà spostato all’interno della sua sede via via che procedono i lavori. I visitatori che saranno dentro al museo durante i cantieri potranno osservare il procedere dei lavori tra i ponteggi come avvenne già con il restauro della Sala degli Elementi qualche anno fa.