ROMA – È stata inaugurata il 22 settembre la personale di Mattia Bosco, intitolata Kόrai, visitabile fino al 14 gennaio 2024 presso il Tempio di Venere nel Parco archeologico del Colosseo a Roma.
L’esposizione è curata da Daniele Fortuna ed è promosso dal Parco Archeologico del Colosseo, dalla galleria d’arte Atipografia diretta da Elena dal Molin, e da ArtVerona.
La mostra nasce come esito della nona edizione del progetto “Level 0” di ArtVerona 2021, che ha consentito a una selezione di musei e fondazioni private di individuare e promuovere un artista all’interno della loro programmazione futura. Mattia Bosco, rappresentato in Fiera da Atipografia, è stato scelto dal Parco Archeologico del Colosseo per la realizzazione di questa esposizione.

Il progetto Espositivo “Kόrai”
Kόrai prende forma attraverso 12 sculture in marmo, appositamente concepite per adattarsi agli spazi del Tempio di Venere e Roma, il più imponente tempio dell’antica Roma, inaugurato nel 136 d.C. e adornato con pregiati marmi provenienti da ogni angolo dell’impero, oggi parzialmente conservati dopo secoli di spoliazioni.
Mattia Bosco reintroduce in maniera innovativa i materiali marmorei in uso nell’architettura romana di età imperiale all’interno delle rovine del tempio antico, evocando la sensazione di un passato riaffiorante, di antiche presenze che ritornano con nuove sembianze, rivelando attraverso il loro modo di abitare lo spazio, un senso di autenticità.
Il marmo Cipollino, il Portoro, il Rosso Collemandina, il Paonazzo, il Fiordipesco e il Bianco di Carrara, un tempo colonne, pavimenti intarsiati e rivestimenti murali, rinascono ora come sculture, creando una connessione materiale e temporale che lega passato, presente e futuro.
È fondamentale sottolineare che la sostenibilità rappresenta un pilastro cardine nella prassi artistica di Bosco. Le sue sculture trovano vita da pietre e massi scartati dal processo di estrazione, privi della forma necessaria per la commercializzazione.
L’esplorazione del Tempio
Il fulcro centrale di questo progetto è il tempio stesso, diviso in due spazi adiacenti: la cella dedicata alla dea Roma, incarnazione della Città Eterna, e la cella di Venere, divinità dell’amore e della bellezza, progenitrice della Gens Iulia.
L’esplorazione del Tempio
Il fulcro centrale di questo progetto è il tempio stesso, diviso in due spazi adiacenti: la cella dedicata alla dea Roma, incarnazione della Città Eterna, e la cella di Venere, divinità dell’amore e della bellezza, progenitrice della Gens Iulia.
Nella cella di Roma
All’interno della cella dedicata a Roma, nove sculture della serie Korai, dal greco κόρη, “ragazza”, sono disposte in cerchio, simboleggianti antiche vestali all’interno del tempio.
Queste nove sculture, plasmate in marmi che testimoniano l’azione del tempo sulle stratificazioni della pietra, sono descritte dall’artista Mattia Bosco nel seguente modo: “Le immagino celebrare, come vestali nel tempio, il culto più antico del mondo: il culto della materia di cui è fatto il mondo stesso, la stessa materia che costituisce anche noi. Nel tempio di Roma saranno disposte in cerchio nove sculture a grandezza umana, realizzate in marmi diversi ma con il medesimo impianto formale, al contempo simili e differenti tra loro”.
Le Sezioni Auree nella Cella di Venere
Le due Sezioni Auree, collocate nella cella dedicata a Venere, sono presentate in stato solido: un libro con pagine saldate insieme, la cui chiusura è vinta dalla scultura, rompendo la barriera e svelando l’essenza segreta e luminosa della materia. Lo Stonegate scavato nella pietra rappresenta un confine, una porta d’ingresso, un passaggio verso una dimensione alternativa, collegando il qui e l’altrove, il passato e il presente.
Alfonsina Russo, Direttore del Parco Archeologico del Colosseo, ha elogiato il lavoro investigativo dell’artista sulle potenzialità scultoree dei materiali, la ricerca di un equilibrio armonico tra la natura e le caratteristiche degli elementi artistici, nonché la concezione creativa che mira a far emergere spontaneamente la forma della materia in sintonia con l’ambiente circostante. Il Direttore ha sottolineato l’accurata selezione di Mattia Bosco nell’ambito del progetto Level 0 di ArtVerona 2021, riconoscendo nel suo lavoro le potenzialità creative ed espressive per instaurare un dialogo tra arte antica, archeologia e creatività contemporanea.

Amira Del Bono, Consigliere di Istituto Gentili, main sponsor della mostra ha dichiarato: Quella tra Istituto Gentili e l’arte è una lunga tradizione che continua nel tempo e che oggi rende omaggio al lavoro dello scultore milanese Mattia Bosco che con le sue opere ci fa rivivere l’antichità in chiave contemporanea, confrontandosi con temi di grandissima attualità: la sostenibilità, la ricerca di un nuovo equilibrio tra uomo e natura, la riscoperta di valori che superano i confini del tempo e dello spazio.
La mostra è corredata da un catalogo, curato da Giunti Editore, disponibile a partire dal mese di dicembre.