ROMA – Phoenix e gli Stati Uniti accolgono Antonio Stradivari e la liuteria cremonese tributandogli un omaggio di grande valore. Il Musical Instrument Museum di Phoenix, uno staordinario museo che ospita una collezione di oltre 10.000 strumenti provenienti da tutto il mondo e accoglie ogni anno circa 250.000 visitatori in un ambiente unico di strumenti, contributi musicali e video, oltre all’Experience Gallery, uno spazio dedicato nel quale è possibile toccare e suonare strumenti di ogni tipo, ospita, fino al prossimo giugno Stradivarius: origins and legacy of the greatest violin maker. La rassegna, realizzata in collaborazione con il Museo del Violino di Cremona e il network internazionale friends of Stradivari, porta in Arizona pezzi unici realizzati dai maestri lutai cremonesi e dallo stesso Antonio Stradivari.
In mostra, dal 16 gennaio al 5 gugno 2016, infatti si possono ammirare straordinari modelli, veri e propri capolavori di artigianato, creati da Stradivari e da tutta la scuola di Cremona. Tra questi i violini Principe Doria, del 1734, di Giuseppe Guarneri e Artôt-Alard, del 1728, dello stesso Stradivari. In mostra un violino piccolo di Giovanni Battista Ceruti e uno intarsiato di Simone Fernando Sacconi.
Grazie a una serie di contributi multimediali, registrati in Italia, i visitatori saranno portati prima in Val di Fiemme, dove crescono gli “abeti di risonanza” (il cui legno pregiato è la materia prima dei violini) e quindi nelle botteghe liutarie cremonesi, dove il legno diventa strumento musicale. Il viaggio non dimentica un passaggio alla corte di Caterina de’ Medici e nei laboratori scientifici dove i ricercatori cercano di comprendere le caratteristiche materiali e immateriali del suono del violino.
Inoltre il quadro espositivo si completa con una selezione di concerti ed esibizioni dal vivo in programma nella sala di concerti del MIM, oltre ad una serie di incontri, convegni e presentazioni.