ROMA – Cosa è stato il “Rococò”? Un movimento artistico o anche una tendenza e uno “stato d’animo” che ha trovato espressione in architettura, arti figurative e stile di vita? Waldemar Januszczak prova a rispondere con la consueta ironia facendo un viaggio nello spazio e nel tempo sulle tracce dei maggiori artisti di questo stile che nel 19esimo secolo rappresentò l’evoluzione e l’esasperazione del Barocco. Con tre episodi dedicati alle novità e agli aspetti principali del Rococò – la scoperta del viaggio, la ricerca del piacere e la presa di coscienza del carico di dolore e follia nella vita umana – Januszczak intende dimostrare che quel periodo segnò, nei fatti, la “nascita dell’era moderna”.
Partendo dalle chiese tedesche meta di pellegrinaggio, fino agli artisti della Londra e della Venezia del ‘700, e passando attraverso la diffusione di nuove forme d’arte come la porcellana, scoprie un’era di grande fermento culturale, alla vigilia degli epocali mutamenti sociali dell’Ottocento. Protagonista del primo episodio è il viaggio: se un tempo solo pellegrini, mercanti e militari avevano intrapreso viaggi per motivi religiosi, di affari o di conquista, durante il Rococò si diffonde la passione per il viaggio di piacere, all’unico scopo di conoscere nuovi paesi e culture. E l’arte non fa che adeguarsi. Nasce così il concetto di identità culturale europea, mentre artisti come Canaletto producono splendide vedute di città in divenire.