L’altra metà dell’arte
ROMA – La storica dell’arte Amanda Vickery racconta come, dal Rinascimento in poi, una timida schiera di artiste, pronte a sfidare le convenzioni sociali, ha lavorato all’ombra di un mondo di botteghe e accademie tutto maschile, per affermare che l’arte al femminile esiste ed è sempre esistita.
Amanda Vickery, storica dell’arte presso la Queen Mary University of London, racconta un aspetto spesso trascurato nella storia dell’arte dal rinascimento a oggi: l’apporto del genio e della creatività femminile al panorama culturale e artistico occidentale. “L’altra metà dell’arte”, in onda da venerdì 25 novembre alle 19.45 su Rai5, propone tre puntate ricche di curiosità e informazioni su pittrici, scultrici, intagliatrici e stiliste, che in silenzio e con modestia hanno dato all’arte nelle sue varie forme espressive un contributo non trascurabile pur partendo da una posizione oggettivamente svantaggiata, lungo un lento ma efficacissimo percorso di liberazione. Molti nomi suoneranno sconosciuti, ma donne come Sofonisba Anguissola, Artemisia Gentileschi o Elisabeth Vigée-Le Brun o anche Betty Radcliffe, Suor Plautilla Nelli e Georgia O’Keeffe dimostrano come, all’ombra di un mondo di botteghe e accademie tutto maschile, lavorasse una timida ma determinata schiera di artiste pronte a sfidare le convenzioni sociali e il riserbo che quelle imponevano, per affermare che l’arte al femminile esiste ed è sempre esistita.
Il ritorno “a casa” dell’opera più amata di Vermeer
Grazie al suo fascino indefinito è stata appellata di volta in volta come la “Monna Lisa del Nord” o la “Sfinge di Delft”. Più di un milione e duecentomila visitatori hanno voluto ammirarla nei musei di varie città del mondo e la scrittrice Tracy Chevalier l’ha resa protagonista del suo romanzo da milioni di copie, dal quale è stato tratto anche il film di Peter Webber con ha lanciato Scarlett Johansson verso la celebrità. È “La ragazza con l’orecchino di perla”, l’opera di Jan Vermeer protagonista di un lungometraggio omonimo che documenta il ritorno a casa dell’opera, dopo un tour di due anni nei più importanti musei del pianeta, da Tokyo a New York, da Atlanta a Bologna.
Il documentario “La ragazza con l’orecchino di perla” che – dopo essere stato evento cinematografico nel 2015 – viene riproposto venerdì 25 novembre alle 21.15 su Rai5, esplora i legami tra arte e letteratura, pittura e cinema, immagini e immaginario, anche grazie alle interviste ad esperti e a scrittori, tra cui la stessa Tracy Chevalier. Oltre all’opera di Vermeer il pubblico scoprirà anche altre opere del museo, come la “Lezione di anatomia del dottor Tulp” di Rembrandt e “Il Cardellino” di Carel Fabritius (reso celebre dal romanzo best seller di Donna Tartt, premiato col Premio Pulitzer nel 2014), venendo poi trasportato dalle parole di Proust nel cuore dei più bei dipinti del XVII secolo olandese.