ROMA – Nell’agosto del 1972, un sub esplora i fondali del Mediterraneo lungo le coste calabresi. A sette metri di profondità scorge una mano emergere dalla sabbia: la tocca e si accorge che il mare stava restituendo due capolavori dell’antichità. Sono due magnifici guerrieri di bronzo, riproduzione perfetta di due uomini di 500 anni prima di Cristo: i Bronzi di Riace. Nudi, atletici, perfetti, quei due guerrieri erano stati realizzati grazie alla padronanza assoluta di tecniche e conoscenze raffinatissime, in un tempo in cui gran parte degli abitanti del Nord Europa ancora viveva in capanne primitive. Ma come avevano fatto gli artisti greci a raggiungere tale maestria?