ROMA – Simon Alastair Sooke, critico d’arte e giornalista, racconta per “I tesori dell’antica Grecia” la storia dei Bronzi di Riace. Nell’agosto del 1972 un sub stava esplorando i fondali del Mediterraneo lungo le coste dell’Italia meridionale. A sette metri di profondità scorse una mano emergere dalla sabbia; la toccò e si accorse che il mare stava restituendo due statue sepolte chissà quanto tempo prima. Si trattava di due magnifici guerrieri di bronzo, riproduzione perfetta di due uomini di 500 anni prima di Cristo: nudi, atletici, perfetti, realizzati grazie alla padronanza assoluta di tecniche e conoscenze raffinatissime, in un tempo in cui gran parte degli abitanti del Nord Europa ancora viveva in capanne primitive. Da Riace, Simon Sooke, analizza l’evoluzione dell’eccellenza degli artisti greci rispetto al secolo precedente.