“Milano è una città utilitaria, demolita e rifatta secondo le necessità del momento, non riuscendo perciò mai a diventare antica”. Così scriveva Guido Piovene suo “Viaggio in Italia” del 1957, cogliendo un tratto essenziale della capitale “morale” d’Italia. Una città quasi “condannata” a un perenne inseguimento della modernità. Ma non tutto è stato cancellato.
L’itinerario alla scoperta della Milano paleocristiana parte dal sagrato del Duomo dove ogni anno sei milioni di visitatori arrivano da tutto il mondo per ammirare l’imponente capolavoro dell’architettura gotica, alzando lo sguardo fino alla Madonnina e salendo sulla terrazza della cattedrale per ammirare da vicino le guglie e le statue di figure angeliche che da secoli esprimono la devozione verso il Divino. Ma quanti sanno che sotto quel sagrato esiste un luogo che è probabilmente il più sacro di tutta Milano? Si tratta dei resti dell’antico battistero paleocristiano di San Giovanni alle Fonti e della Basilica di Santa Tecla. Un sito di cui Milano aveva perso nel tempo la memoria, fino a quando i drammatici bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale portarono, nel 1943, alla costruzione di un rifugio antiaereo proprio sotto piazza del Duomo. Lì, il grande archeologo Alberto De Capitani d’Arzago riuscì a seguire gli scavi che misero in luce le strutture dell’antica basilica di Santa Tecla e intuì la presenza del vicino battistero ambrosiano. Ma non poté che assistere impotente alla distruzione di gran parte della chiesa paleocristiana. In quella chiesa il vescovo Ambrogio, santo patrono di Milano, aveva combattuto la sua battaglia per l’ortodossia e aveva delineato un nuovo rapporto tra la Chiesa e l’Impero. Ed è lì, nella vasca ottagonale ancora visibile, che era stato battezzato nel 397 d. C. Sant’Agostino. Da questo luogo simbolo si parte alla scoperta della città di Ambrogio, capitale e residenza di imperatori magnificata da monumenti come il circo, il palazzo imperiale, le terme, che il vescovo si impegnò a connotare in senso cristiano, costruendo imponenti basiliche.
Guide eccellenti della puntata sono archeologi, storici e teologi: Silvia Lusuardi Siena e Marco Sannazaro dell’Università Cattolica di Milano, tra i maggiori esperti della Milano paleocristiana; lo studioso e teologo Padre Francesco Braschi, profondo conoscitore del pensiero e delle opere di Sant’Ambrogio; lo storico medievalista Franco Cardini insieme all’archeologo e numismatico, accademico dei Lincei, Ermanno Arslan. “La Milano di Ambrogio” è realizzato in collaborazione con Archeoframe, Laboratorio di valorizzazione e comunicazione dei beni archeologici dell’Università IULM di Milano, coordinato da Luca Peyronel.