La metropolitana di Napoli, realizzata a cavallo del nuovo millennio, con fermate che accolgono circa duecento opere realizzate da più di novanta autori di fama internazionale, è un trionfo dell’arte e dell’architettura internazionale e, giustamente, viene celebrata in tutto il mondo. Oscar Tusquets Blanca, Alvaro Siza, Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounelis, William Kentridge sono solo alcune delle grandi star che, sotto la guida di Achille Bonito Oliva, hanno realizzato alcune stazioni come “Toledo”, “Università” e “Dante”, capaci di diventare musei involontari, fermare lo sguardo dei passeggeri trasformandoli a loro insaputa in veri e propri visitatori. E’ una ricchezza che proietta Napoli nel futuro come nessun’altra città italiana.
Il viaggio nelle viscere della città partenopea è anche l’occasione per scoprire il primo visionario progettista della metropolitana, l’architetto Lamont Young, i cui studi risalgono al 1872; incontrare un grande artista della fotografia come Mimmo Jodice; e scoprire i tesori archeologici emersi durante gli scavi per la metro.
Per la rubrica “La scienza a servizio della bellezza”, il viaggio prosegue in un luogo che guarda al futuro: i laboratori dell’Istituto per la microelettronica e microsistemi del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Napoli. Qui, Vito Mocella ha compiuto un passo di particolare rilevanza per la conoscenza della filosofia e della letteratura antica. Per la prima volta, infatti, ha utilizzato una tecnica di “imaging” non invasiva, con luce di sincrotrone, per visualizzare il contenuto dei papiri di Ercolano, sepolti nell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., scoperti 260 anni fa, senza bisogno di uno srotolamento meccanico e quindi senza alcun rischio per l’integrità degli stessi.