ROMA – Viene rinviata al prossimo anno la 32esima edizione del Praemium Imperiale, il prestigioso riconoscimento conferito annualmente in campo artistico dalla Japan Art Association.
“Seppur con riluttanza” – spiega una nota – la Japan Art Association ha preso questa decisione in seguito alle incertezze generate dalla pandemia di Covid-19. “Per la salvaguardia della sicurezza di tutti” non ha ritenuto quindi opportuno riunire a Tokyo i Consiglieri Internazionali, i vincitori e gli illustri ospiti.
“È la prima volta nella storia del premio che si è deciso un simile rinvio – sottolinea la nota – e ciò riflette il timore ampiamente diffuso che, stando alle previsioni attuali, probabilmente a settembre e ottobre il mondo dovrà ancora confrontarsi con la pandemia”.
I nomi dei vincitori del premio saranno pertanto annunciati ufficialmente a settembre 2021, anziché settembre 2020, e la cerimonia di premiazione si svolgerà a Tokyo a ottobre 2021.Successivamente, le cerimonie di annuncio e di premiazione della 33ma edizione del Praemium Imperiale si terranno nel 2022.
Il Praemium Imperiale
Il Praemium Imperiale è il più importante premio d’arte esistente, pari al Nobel in campo scientifico. Ogni anno viene assegnato a cinque artisti, che nella loro disciplina: pittura, scultura, architettura, musica e teatro/cinema, si sono distinti per il contributo dato alla comunità mondiale con la loro attività.
Le candidature per i riconoscimenti annuali sono proposte dai Consiglieri internazionali del Praemium Imperiale, i quali presiedono, ognuno nel proprio Paese, i Comitati per le nomine. Successivamente, la scelta finale dei vincitori viene fatta, tra queste “rose” di nomi, dai Comitati di selezione della Japan Art Association. Sono assicurate così la massima serietà e l’assenza di qualsiasi calcolo o condizionamento.
Tra i Consiglieri internazionali figurano esponenti di spicco del mondo istituzionale, politico e culturale: Lamberto Dini, Klaus-Dieter Lehmann, Christopher Patten, Jean-Pierre Raffarin e Caroline Kennedy. Sono Consiglieri onorari Jacques Chirac, William H. Luers, Yasuhiro Nakasone, David Rockefeller Jr. e François Pinault.
Il premio consiste in circa 15 milioni di yen, un diploma e una medaglia conferiti dal Principe Hitachi, zio dell’Imperatore del Giappone e Patrono onorario della Japan Art Association, in una cerimonia che si svolge a Tokyo.
La Japan Art Association conferisce inoltre la Borsa di Studio del Praemium Imperiale per Giovani Artisti, consistente in un contributo annuale di 5 milioni di yen a un gruppo o a un’istituzione che promuova la partecipazione dei giovani all’arte. L’assegnazione della Borsa di Studio viene fatta, a rotazione, da ciascuno dei Consiglieri internazionali, nel paese del Consigliere cui spetta la segnalazione.
I vincitori della trentunesima edizione
Nel 2019 i premiati sono stati: il sudafricano William Kentridge per la pittura, la palestinese britannica Mona Hatoum per la scultura, gli statunitensi Tod Williams e Billie Tsien per l’architettura, la tedesca Anne-Sophie Mutter per la musica e il giapponese Bando Tamasaburo per il teatro/cinema.
La cerimonia si è svolta il 16 ottobre 2019 nello straordinario complesso architettonico del Meiji Kinenkan. Nel corso della cerimonia è stata data lettura della lettera indirizzata da Papa Francesco al Presidente della Japan Art Association, Hisashi Hieda e rivolta agli artisti, nel quale il Pontefice ha sottolineato l’importanza di questo evento culturale. “Nell’onorare quegli artisti che, utilizzando il potere nascosto di suoni, parole, colori e forme, ci aiutano a riconoscere la bellezza che c’è nel mondo e ci indirizzano verso i valori trascendenti”. “Confido – scriveva Papa Francesco – che questa celebrazione incoraggerà tutti gli artisti a rinnovare il loro impegno per la ricerca dell’eccellenza e a dare espressione a quei valori umani universali che uniscono i diversi popoli che compongono la nostra famiglia umana”.
Le Arti “valori umani universali” – come ricordato dal Pontefice – possano dunque continuare a rivestire un ruolo centrale per il benessere e l’unione delle persone del mondo, al di là dei confini nazionali e delle differenze di razza, genere e lingua. Nella speranza, inoltre, che entro l’autunno 2021 il mondo si sia ripreso dalla crisi globale e abbia superato la minaccia del Covid-19.