L’AIA – “Il ritratto di Dora Maar” del 1938, noto anche come “Busto di Donna (Dora Maar)”, è stato parte della collezione privata di Picasso fino alla morte dell’artista (aprile 1973). L’opera venne trafugata nel 1999 dallo yacht di uno sceicco saudita, mentre era ormeggiato nel porto di Antibes, in Costa Azzurra.
E’ merito dell’esperto olandese Arthur Brand, conosciuto anche come “Indiana Jones del mondo dell’arte” il ritrovamento del dipinto, dato ormai definitivamente per disperso da storici e collezionisti d’arte. Brand aveva iniziato le sue indagini nel 2015 dopo aver appreso la notizia che un Picasso rubato da un’imbarcazione era stato usato come merce di scambio in una transazione illecita nei Paesi Bassi. Nel corso degli anni, infatti, il capolavoro è probabilmente passato di mano in mano, cambiando proprietà una decina di volte, usato anche come garanzia proprio per transazioni illecite, come il traffico di stupefacenti e la vendita di armi.
Brand ha dunque approfondito le ricerche e ci sono voluti quattro anni per il suo ritrovamento. Il ritratto è stato riportato nella sua residenza di Amsterdam da due uomini, all’interno di un sacco nero per la spazzatura, per conto di un uomo d’affari olandese, probabilmente ignaro che si trattasse di un’opera rubata.
L’autenticità del dipinto è stata quindi confermata da uno specialista della Pace Gallery di New York, alla presenza di Dick Ellis, un investigatore britannico in pensione, noto per aver ritrovato diversi capolavori rubati, tra cui “L’urlo” di Edvard Munch, rubato dalla Galleria Nazionale di Oslo, nel 1994.
Dopo la verifica dell’autenticità Brand ha informato la polizia olandese e francese e il dipinto è stato affidato a una compagnia di assicurazioni.