ROMA – Si è concluso lo scavo archeologico del primo tratto di via Alessandrina, curato da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo – Parco Archeologico del Colosseo.
“Con gli scavi – spiega una nota – è stato rimosso il tratto settentrionale, lungo circa 60 metri, della via Alessandrina che collegava l’attuale piazza del Foro di Traiano a largo Corrado Ricci. La via costituiva l’asse principale del quartiere Alessandrino, sorto alla fine del XVI secolo a opera del cardinale Michele Bonelli, detto “l’Alessandrino”, poiché nato nella città piemontese. La completa demolizione del quartiere, tra il 1924 e il 1932, per l’apertura della via dell’Impero, l’attuale via dei Fori Imperiali, ha privato via Alessandrina del suo originario tessuto abitativo. Di conseguenza il tracciato superstite, attraversando i Fori di Augusto, di Nerva e di Traiano, rendeva difficile la comprensione dei resti degli antichi complessi architettonici”.
Da qui la decisione di rimuovere la strada, accolta dalla Commissione paritetica Mibact-Roma Capitale, istituita nel 2014, per l’elaborazione di uno studio per un Piano strategico per la sistemazione e lo sviluppo dell’Area Archeologica Centrale di Roma.
Dopo una campagna preliminare nel 2016, lo scavo si è svolto a partire da marzo 2018 fino allo scorso novembre, sotto la direzione scientifica degli archeologi della Sovrintendenza. L’intervento ha permesso di acquisire molti dati significativi per la ricostruzione della storia del centro monumentale della città di Roma, riportando alla luce una nuova porzione della piazza del Foro di Traiano oltre ai resti delle abitazioni del quartiere medievale, le cui fondazioni poggiavano direttamente sulla piazza del Foro di Traiano, ormai privato della sua pavimentazione originaria a lastre in marmo bianco, di cui restano bene evidenti le impronte sulla malta di preparazione.
I reperti scultorei e architettonici venuti alla luce durante lo scavo verranno esposti al Museo dei Fori Imperiali ai Mercati di Traiano.
Tra i reperti, questa mattina nella presentazione in streaming, è stata mostrata una testa di età imperiale, identificata con il dio Dioniso, rinvenuta il 24 maggio 2019, riutilizzata in un muro tardomedievale come materiale da costruzione, e una seconda testa di età imperiale che raffigura probabilmente l’imperatore Augusto in età giovanile, mai presentata prima al pubblico e ritrovata il 27 settembre 2019. Mostrata anche una selezione degli oltre 60 frammenti del fregio d’armi che rappresentano le spoglie belliche dei popoli vinti e quelle dei vincitori, tutte deposte a simboleggiare la raggiunta pax romana.
“Il Foro di Traiano è un capolavoro dell’urbanistica romana di cui finora non si coglieva appieno la grandiosità. Oggi è più facile capire perché la costruzione fosse definita ‘degna dell’ammirazione degli dei'”, ha dichiarato Maria Vittoria Marini Clarelli, Sovrintendente Capitolina ai Beni Culturali.
“L’intervento di via Alessandrina, condotto da Roma Capitale, – ha spiegato Alfonsina Russo, Direttore del Parco archeologico del Colosseo – si configura come un progetto di particolare importanza, in quanto restituisce alla fruizione pubblica l’area del Foro Traiano in tutta la sua ampiezza e grandiosità. L’intervento rappresenta un’azione virtuosa, che rientra a pieno titolo in una strategia di sistema pienamente condivisa dal Parco archeologico del Colosseo e da Roma Capitale e che è finalizzata a definire l’apertura di un percorso unificato tra i Fori imperiali e il Foro romano – Palatino, per una fruizione senza barriere, finalmente unitaria dell’area archeologica centrale di Roma, da rendere sempre più attrattiva e accogliente e in grado di coinvolgere il pubblico in un’esperienza culturale ed emozionale di grande fascino. Un cenno doveroso, infine, al lavoro svolto dalla Sovrintendenza Capitolina, che ha saputo coniugare, in modo mirabile, la ricerca e lo studio dei materiali e dei contesti con il racconto e la presentazione al pubblico”.
I lavori sono stati realizzati grazie al all’atto di mecenatismo della Repubblica dell’Azerbaigian per un importo complessivo di un milione di euro.