ROMA – L’esposizione, attraverso un percorso tematico che si snoda in cinque sezioni, ripercorre la carriera di Franco Fanelli, tra i più grandi incisori del nostro tempo. Filo conduttore di tutta l’opera incisoria di Fanelli è il ricorso alle tecniche tradizionali dell’incisione, dall’acquaforte alla puntasecca, dal bulino all’acquatinta, dalla vernice molle alla maniera nera, quasi sempre compresenti su matrici di forte impatto scultoreo.
Il percorso parte dalle “Geografie” che costituiscono una sorta di atlante di luoghi immaginari, spesso ispirati dalla letteratura noir anglosassone, ma anche da riferimenti simbolisti e dalla poesia elisabettiana e barocca. Le “Sibyllae” raccoglie invece una serie di sei incisioni di grande formato che documenta, alla fine degli anni Ottanta, la prima maturità dell’autore.
“Nigredo” vede protagonisti ritratti di pugili, lottatori e rapper afroamericani, talora rivisitati nell’iconografia dell’”uomo d’arme” cinquecentesco. Sono queste le incisioni realizzate tra gli anni Novanta e Duemila, dove anche in questo caso affiorano nei titoli riferimenti letterari, dal demone marino Davy Jones evocato da Melville nel Moby Dick a Tom Corbin, eroe di un racconto di Conrad.
Nella sezione “Archeozoologia” ricorre l’immagine della scimmia cinocefala che diventa elemento simbolico ma anche decorativo in vasi ispirati al pastiche archeologico piranesiano.
L’ultima sezione dal titolo “Voyage Pittoresque” si sviluppa ancora sulle orme di Piranesi. Qui l’ispirazione scivola dal Gordon Pym di Edgar Allan Poe alla poesia di John Donne e alla sua “Anatomia del mondo” (senza dimenticare i tormentati paesaggi dei seicentesco Hercules Seghers). La sezione prosegue con due scorci dell’arco romano di Orange abitato da protomi di scimmie e da avvoltoi e approda, nelle opere più recenti, nelle due acqueforti intitolate “Il sogno dell’archeologo”.
La mostra si completa con una selezione di matrici e il libro d’artista Polvere, sassi, oli con poesie di Alberto Toni e sei incisioni originali di Fanelli.
L’esposizione è corredata inoltre di un catalogo a cura della Fondazione Sardi per l’Arte di Torino, con testi di Maria Antonella Fusco, Dirigente dell’Istituto centrale per la grafica, Fabio Fiorani, curatore della mostra, e di Renzo Mangili, storico dell’arte, e un’ampia antologia critica.
Vademecum
Roma, Istituto centrale per la grafica
PalazzoPoli, via Poli 54 (FontanadiTrevi)
inaugurazione 26 maggio 2016 ore 18,00
apertura al pubblico dal 27 maggio al 3 luglio 2016.
Ingresso libero
martedì- domenica ore 10.00 – 19.00.
Eventuali aperture straordinarie saranno comunicate sul sito www-grafica.beniculturali.it