ROMA – Sono splendide le immagini della street artist Shamsia Hassani che mettono al centro la figura femminile, denunciandone oppressioni e violenze.
Nata in Iran da rifugiati originari del Kandahar, l’artista, la prima graffitista afghana, attraverso i suoi lavori di street art si è fatta portavoce in particolare dei diritti delle donne afghane, ma non solo.
Le sue immagini si contraddistinguono oltre che per i temi rappresentati e per il messaggio che intendono trasmettere, anche per uno stile, che pur strizzando l’occhio agli artisti europei, risulta particolarmente delicato, malinconico e poetico.
Donne dai gesti eleganti e gentili circondate dalle macerie e dal terrore, con gli occhi bassi, senza labbra, sembrano espressione di un mondo senza voce. Eppure proprio in Afghanistan c’è una società da ricostruire e la donna può assumere un ruolo chiave. Il cammino è lungo e il messaggio di Shamsia Hassani è forte e coraggioso, soprattutto in una società patriarcale come, appunto, quella Afghana.
In questa Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne 2020, le immagini di Shamsia Hassani arrivano al cuore e stimolano una profonda riflessione. Ridare voce al mondo femminile sembra essere il primo passo per il progresso civile.
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