PALERMO – Saranno Casa Florio ‘I quattro pizzi’ dell’Arenella; Palazzo Alliata di Pietratagliata; Villa Spina; Villa Lampedusa e Palazzo Filangeri. E ancora Villa de Cordova di Sant’Isidoro a Bagheria; Palazzo San Demetrio a Catania; Casa D’Alì a Trapani e il Castello Baronale di Roccavaldina, in provincia di Messina, a ricevere i primi contributi della Regione per il restauro conservativo.
Si tratta di finanziamenti che discendono dalla legge regionale 8 del 2018, grazie alla quale gli assessorati dei Beni culturali e dell’Economia hanno stanziato – per il triennio 2018/2020 – due milioni e trecentomila euro. Risorse che serviranno per co-finanziare le spese sostenute dai proprietari, possessori o detentori a qualunque titolo di edifici dichiarati di importante interesse culturale ai sensi del codice dei Beni culturali e del paesaggio.
“Con questa iniziativa – ha spiegato il presidente della Regione Nello Musumeci – la Regione intende fare concorrere anche i beni privati al patrimonio culturale siciliano. Si tratta di un primo significativo investimento triennale che intendiamo rinnovare nei prossimi anni. Il risultato sarà quello di inserire nel circuito della valorizzazione e della fruizione pubblica, attraverso una forma di partenariato tra pubblica amministrazione e privati, edifici di pregio che raccontano la trama della nostra storia”.
Sono previste opere di restauro, consolidamento, manutenzione ordinaria e straordinaria nonché lavori di somma urgenza per l’eliminazione di situazioni di rischio connesse al bene culturale. Possibili anche lavori per la realizzazione di strutture o impianti volti alla valorizzazione degli edifici. L’abbattimento delle barriere architettoniche così come l’efficientamento energetico sono ulteriori requisiti per l’accesso al finanziamento. I proprietari degli immobili hanno sottoscritto con la Regione un atto di convenzione della durata di dieci anni con il quale si impegnano a rendere fruibili al pubblico le loro dimore storiche, e a renderle disponibili, almeno una volta al mese, anche per attività didattiche e scientifiche.
Le domande per accedere ai finanziamenti possono essere presentate entro il 31 marzo di ogni anno. La condizione fondamentale è che siano aperti periodicamente al pubblico e fruibili da cittadini e visitatori. La Regione interviene nella misura massima del 50% della somma richiesta, fino a un massimo di duecentomila euro.