ROMA – Il celebre critico d’arte in una intervista su Radio24, commentando il caso delle statue nude dei Musei capitolini coperte per non urtare la sensibilità del presidente iraniano Rouhani ha affermato: “Con questa vicenda sembra di tornare indietro di cinque secoli”. Bonito Oliva ha poi ricordato: “Nel 1564 la Chiesa cattolica impose agli artisti, quando dipingevano, ad avere vicino una sorta di guardiano della fede: un prete, un monaco che controllassero l’ortodossia iconografica dell opera in corso. Se no, il pittore andava bloccato. Ma successe altro. Il Papa Paolo IV incarica Daniele da Volterra, un pittore che aveva lavorato anche con Michelangelo, di mettere le braghette ai nudi del Giudizio universale della Cappella Sistina di Michelangelo. E perciò Daniele da Volterra viene chiamato il Braghettone”.
“Trovo – ha sottolineato ancora il critico d’arte – che questa sorta di risposta ospitale, per non ledere la sensibilità di un’altra cultura, contraddice quello che è il valore centrale dell’arte, ovvero che ‘l’arte è coesistenza delle differenze’. Possono coesistere mentalità diverse e civiltà diverse, ma a partire dal fatto che c è sempre il riconoscimento della diversità”.