Per la prima volta nella storia della Biennale d’arte di Venezia ci sarà una donna africana alla direzione artistica: Koyo Kouoh, 57 anni, originaria di Douala in Camerun a dicembre 2024 è infatti stata nominata Direttrice del Settore Arti Visive della prossima Biennale. È la prima curatrice africana ad approdare alla guida della manifestazione d’arte in Laguna e curerà personalmente la 61esima Esposizione Internazionale d’Arte nel 2026 con l’obiettivo, come ha sottolineato il presidente dell’istituzione italiana di arte contemporanea più accreditata nel mondo Pietrangelo Buttafuoco, di fare sempre di più della Biennale «la casa del futuro».

Non è un caso che sia stata scelta proprio Koyo Kouoh. Con lei, oltre ad un’indubbia qualità professionale che ha portato il New York Times a definirla, già nel 2015, «una delle più eminenti curatrici e manager d’arte dell’Africa», arriva in Europa e in Italia portando con sé un po’ della vitalità artistica del continente africano, sempre più crocevia di nuove tendenze, di correnti culturali, di artisti emergenti che trovano spazio nelle esposizioni all’interno dei nuovissimi musei. Direttrice Esecutiva e Chief Curator dello Zeitz Museum of Contemporary Art Africa (Zeitz MOCAA) a Città del Capo, in Sudafrica dal 2019, Koyo Kouoh ha per esempio curato le esposizioni personali di artisti africani e della diaspora africana, tra cui Otobong Nkanga, Johannes Phokela, Senzeni Marasela, Abdoulaye Konaté, Tracey Rose e Mary Evans.
Da Koyo Kouoh e dal suo Zeitz MOCAA di Cape Town, l’Africa, e in particolare il Sudafrica, si dimostra una meta di viaggio sempre più interessante per gli appassionati d’arte che possono spaziare tra le gallerie, gli spazi espositivi privati o i grandi musei internazionali alla ricerca degli artisti più interessanti e innovativi, fino alle esposizioni negli art hotel, sempre più diffusi. ArteMagazine ha preparato una vera e propria guida al meglio dell’arte paese africano più all’avanguardia.

Lo Zeitz MOCAA a Cape Town: le mostre del 2025
L’istituzione culturale più eminente di Cape Town, lo Zeitz MOCAA si trova nel cuore del V&A Waterfront della città ed è considerato uno dei principali musei d’arte contemporanea in Africa. Oltre alla permanente e a una selezione curatissima di esposizioni temporanee, ospita il BMW Centre for Art Education per attività didattiche e gestisce l’Atelier, uno spazio dedicato gli artisti emergenti di Cape Town. Particolarmente attento alle tematiche legate ai diritti umani e alla libertà di espressione nel 2025 è pronto ad accogliere quattro mostre in cui si intrecciano cultura, storia e contemporaneità. La prima è One Must Be Seated, la personale dell’artista ghanese-americana Rita Mawuena Benissan, che rientra in un ciclo dedicato ad artisti africani in cui celebra i simboli Akan attraverso arazzi, sculture, fotografie e video, reinterpretando questi oggetti con materiali contemporanei in collaborazione con artigiani tradizionali (fino al fino al 5 ottobre 2025). A Seat at the Table, parte del programma del MOCAA Art Club, coinvolge invece 16 adolescenti di Cape Town in un viaggio artistico di cinque mesi che esplorerà il tema dell’identità nello spazio attraverso workshop tecnici e concettuali, promuovendo la coesione sociale e l’alfabetizzazione visiva (fino al 28 febbraio 2025). Con UNDERSTUDIES, Nolan Oswald Dennis presenta la sua prima grande mostra personale in Sudafrica, curata da Thato Mogotsi. Le sue opere, concepite come simulazioni e modelli, interrogano il rapporto con la terra e l’autorità, utilizzando tecniche geologiche e cosmologiche (fino al 25 maggio 2025). Infine, con The Other Side of Now l’artista vietnamita-americano Tuan Andrew Nguyen dà spazio alle voci silenziate della storia vietnamita, senegalese e marocchina attraverso film e sculture. Fino al 20 luglio 2025 questa mostra esplora gli intrecci transnazionali creati dalla colonizzazione e dalla guerra e rendendo in considerazione le voci cancellate della storia vietnamita, senegalese e marocchina, propone uno spazio per la guarigione e la memoria comunitaria.

Le gallerie tra Cape Town e Johannesburg
Musei e gallerie sono presenti in tutte le nove province sudafricane. I principali punti di interesse si concentrano a Cape Town e Johannesburg, ma non è raro trovare spazi artistici sorprendenti anche nei luoghi più remoti, come ad esempio nella cittadina di Polokwane, nella provincia di Limpopo. A Cape Town, la Christopher Moller Gallery ha sede in un’elegante casa vittoriana mentre Under The Aegis, fondato nel 2020 da Anelisa Mangcu, esplora l’identità africana attraverso mostre come Bodyland, creando connessioni tra artisti e collezionisti a livello globale. La Kalashnikovv Gallery collabora con artisti emergenti e affermati mentre alcune gallerie vantano più sedi: tra queste Everard Read, la più antica galleria commerciale africana, Franschhoek, e Johannesburg o la Stevenson Gallery (Cape Town, Johannesburg), oggi diretta dall’italiana Federica Angelucci, che ha scelto di rappresentare artisti di spicco come Zanele Muholi – celebre per il suo lavoro sull’identità queer – e Penny Siopis, che tratta temi come trauma e memoria. Infine, nel quartiere hype di Rosebank, a Johannesburg, BKhz, fondata e diretta dall’artista visionario Banele Khoza, si distingue per la sua dedizione a promuovere talenti emergenti e amplificare voci fresche nel panorama artistico. Al centro della sua programmazione espositiva vi sono temi profondi e attuali, come l’identità, l’appartenenza e la giustizia sociale.

La Goodman Gallery e l’haparheid
Sicuramente da non dimenticare la famosa Goodman Gallery, fondata nel 1966 a Johannesburg, si è distinta per il suo impegno verso l’arte politicamente e socialmente impegnata, e attiva anche durante l’apartheid. Oggi, con sedi a Cape Town, Londra e New York, la Goodman Gallery continua a promuovere un dialogo globale attraverso una programmazione che ruota intorno a temi come l’identità, la giustizia sociale e la crisi ambientale trattati tramite linguaggi artistici diversi.
Arte e natura al Nirox Sculpture Park
Immerso nel paesaggio idilliaco della Cradle of Humankind, Patrimonio dell’Umanità UNESCO vicino a Johannesburg, il Nirox Sculpture Park è un esempio straordinario di come l’arte possa dialogare con la natura. Nirox è infatti incentrato sull’interazione tra arte, ecologia e contesto storico, con il fine di sensibilizzare i visitatori sull’importanza della sostenibilità e della conservazione ambientale. Ospita una collezione permanente di sculture all’aperto realizzate da artisti internazionali e sudafricani a cui si aggiungono mostre temporanee e residenze artistiche che favoriscono la sperimentazione e la creazione di opere site-specific.
The Manor, a Johannesburg
Tra gli spazi più innovativi, The Manor è molto più di una galleria, tanto che il National Geographic l’ha inserito tra le migliori 20 destinazioni culturali. Fondato dal fotografo sudafricano Trevor Stuurman e situato presso il complesso multifunzionale di 44 Stanley Avenue a Johannesburg, comprende uno spazio espositivo e un concept store dove sfogliare l’omonimo magazine. Tra gli eventi spicca la personale dell’artista Jakinda Boya Cash 4 Gold, in cui esplora i complessi intrecci tra valore, materialismo e identità nel contesto contemporaneo.



Art Hotel: il piacere di soggiornare nella bellezza
Veri e proprio spazi espositivi all’interno di hotel di lusso, gli Art Hotel sudafricani permettono di immergersi nella ricca scena artistica del paese. Ellerman House, a Cape Town, espone in tutta la proprietà e in una galleria dedicata alle opere contemporanee, la sua collezione d’arte con opere che abbracciano più di due secoli, portando i visitatori in un viaggio attraverso la complessa storia politica e culturale del Sudafrica. Vasta e diversificata la collezione spazia dal paesaggista Thomas Bowler, che ha riportato in vita la Città del Capo del 1800 attraverso i suoi acquerelli, ai pezzi più recenti di artisti come William Kentridge, conosciuto e apprezzato anche in Italia, dove ha più volte esposto.
Spostandosi verso est, alle porte del deserto del Karoo, Karoo Art Hotel spazia tra pittura, scultura e fotografia e funge anche da residenza artistica, offrendo agli artisti un ambiente stimolante per esprimere la propria creatività. L’hotel ha una sua collezione d’arte (non in vendita) e poi espone opere di artisti locali e regionali in vendita. Una delle caratteristiche della collezione privata dell’hotel è l’opera dell’artista di Barrydale Nigel Hewitt, scomparso nel 2022, ma di cui l’hoytel conserva le opere. Infine, la collezione d’arte dello storico Saxon Hotel di Johannesburg, famoso per aver ospitato Nelson Mandela quando uscì dalla prigione e recentemente rinnovato, espone opere di artisti locali o internazionali con un particolare legame con il Sudafrica, tra cui Hilton Edwards, Marcel Greyling e Ti
