VENEZIA – Una grande e ambiziosa installazione quella presentata dal Padiglione Saudita alla 59. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, visitabile ancora fino a novembre 2022.
L’opera, dal titolo The Teaching Tree (L’Albero dell’Apprendimento), realizzata dall’artista multidisciplinare Muhannad Shono e curata da Reem Fadda e dall’assistente curatrice Rotana Shaker, esplora i temi della creazione, della rigenerazione, della natura e della mitologia, allineandosi al tema generale dell’edizione 2022 della Biennale d’Arte, The Milk of Dreams.
L’installazione
The Teaching Tree è una struttura organica, dalla forma enigmatica, che riempie l’intero Padiglione. Lunga 40 metri è costituita da fronde di palma dipinte di nero e animate da componenti pneumatiche.
Muhannad Shono (nato nel 1977 a Riyadh, Arabia Saudita), che rappresenta una delle voci più convincenti della nuova generazione di artisti emergenti della regione, attraverso questa installazione intende esplorare i concetti di resilienza e rigenerazione, tanto nel mondo della natura quanto in quello dell’immaginazione umana, mettendo in discussione le verità, le ontologie e i concetti elementari alla base della vita umana. Indagando la linea tracciata e l’identità di chi la traccia, Shono si interroga sull’impatto della scrittura e la nascita del pensiero, così come i loro rispettivi potenziali. Per Shono, impiegare la linea o lasciare una traccia costituisce un vero e proprio atto di potenza creativa. The Teaching Tree si basa pertanto sui concetti centrali della sua pratica, indagando la sua storia, la tradizione, la mitologia e il mondo naturale.
“Il mio lavoro – spiega l’artista – incarna lo spirito incontenibile dell’espressione creativa; il potere dell’immaginazione che cresce a dispetto di ogni limite del possibile, facendo così prova di resilienza. È la resilienza che ci insegna la natura, nei suoi continui cicli di morte e ricrescita, come per gli alberi nutriti dalle ceneri degli incendi.”
“The Teaching Tree – sottolinea la curatrice, Reem Fadda – fa riferimento alla linea tracciata, che qui incapsula una moltitudine di dimensioni. Questo oggetto diventa un emblema dicotomico degli immaginari rappresentati, della parola scritta e dei segni incisi, permettendo di riflettere sugli effetti irreversibili che essi hanno sulla storia.”