ROMA – Giunge quest’anno alla sua quinta edizione RGB Light Experience, il festival urbano di light art, urban light e video-mapping, prodotto da Luci Ombre e diretto da Diego Labonia.
Dal 19 al 22 dicembre, 18 opere di luce site specific di artisti visivi e light designer nazionali e internazionali, ridisegneranno le superfici architettoniche urbane di quattro luoghi della Capitale: Pigneto e Torpignattara (Roma Est): Parco Sangalli lungo l’Acquedotto Alessandrino e il tratto della Prenestina sotto le arterie sopraelevate della Tangenziale Est.
Rispetto agli anni passati cambia quest’anno la modalità di fruizione del festival, nel rispetto delle attuali normative di contrasto alla diffusione del Covid-19: “in questi tempi dettati dalla distanza, dall’isolamento e dalla paura – spiega Diego Labonia, Direttore Artistico della manifestazione – il progetto RGB è stato completamente ripensato per permettere che si svolga nel pieno delle sue possibilità. Invece della consueta passeggiata lungo un percorso disseminato di opere d’arte, saranno le opere stesse a muoversi all’interno del tessuto urbano”.
Saranno quindi due camion attrezzati a portare ogni giorno in un sito diverso, dei quattro selezionati, tutte le opere in programma, che – dalle 18.30 fino all’ora del blocco previsto dalla normativa vigente – saranno fruibili dai pedoni, da chi passa in auto o sui mezzi pubblici, dalle finestre degli appartamenti ma anche in diretta streaming gratuita sul canale Vimeo e sugli altri canali social di RGB.
Naturare è il leitmotiv – o, meglio, “lightmotiv” di questa edizione, un invito a ribaltare la concezione antropocentrica della Natura e a considerare l’Umanità come parte, fra le tante, di un sistema vivo e interconnesso, i cui equilibri sono oggi gravemente compromessi proprio a causa dell’azione umana.
Gli artisti e le opere
L’artista intermediale di fama internazionale, Lino Strangis, presenta Tutto tatto a perdere, opera audio-visiva dedicata alla perdita dei contatti umani in tempi di pandemia. Celebra invece il genio di Yves Klein Y.K. L’altra metà del cielo, dell’artista e architetto Diego Repetto, in compagnia di uno dei più importanti musicisti, compositori e produttori indipendenti italiani degli ultimi 40 anni, Gianni Maroccolo.
L’attrice, videomaker, regista e performer Simona Verrusio, propone Ellissi 2.0, muovendosi fra astronomia, matematica, pittura e cinema. Giardino di cemento è l’intervento firmato dal duo tutto al femminile composto da Chiara Patriarca e Francesca Cecarini, attive da anni in campo teatrale e musicale come scenografe e light designer.
Overflow è il progetto del collettivo multimediale DELTAPROCESS, che si muove attraverso le mappe psico-geografiche e la tecnica della deriva di Guy Debord, mostrando il processo di evoluzione spaziale di una muffa sulla mappa del Pigneto, mentre l’artista olandese Hinrich Gross in Groninger Tiles riflette sulla natura dei pixel.
Dall’immagine digitale di Gross si passa poi alla reinterpretazione in chiave contemporanea della scatola ottica proposta da Lea Brugnoli e Anna Torrazza, artiste ma anche madre e figlia, che a RGB presentano Dissolvenze, nuovo tassello del loro ciclo sul pre-cinema. L’artista multidisciplinare Luca Cataldo presenta invece Legame, opera che riflette su alcune modalità simbiotiche che legano il mondo vegetale a quello animale mentre l’interazione fra uomo e natura all’interno di un contesto metropolitano è il cuore di Crescerà l’erba sulle nostre città, opera firmata da Luca Mauceri con il collettivo fiorentino MediaMash Studio.
Data Storming è il lavoro dell’ensemble di creativi Quadro Quantico. Concrete Walls è quello del duo internazionale Collettivo L4R. In Fino a qui Daniele Spanò propone una riflessione sull’architettura come superficie che separa l’interno dall’esterno, in questo caso uno spazio intimo come il teatro con uno spazio pubblico come la piazza. Gli artisti Olga Tuzova e Lorenzo Pagella con Teatri d’Italia, propongono una carrellata malinconica sui teatri vuoti di questo periodo pandemico, prendendo la strada come nuovo spazio per andare in scena davanti a un pubblico reale. Tuzova e Pagella presentano anche La vita prima e dopo, opera con un titolo che non lascia spazio a equivoci nel suo riferirsi alla drammatica spaccatura temporale nelle nostre vite generata dalla pandemia. Segni di luce, del collettivo di fotografi e performer I light, sarà invece una vera e propria antologia in loop dei loro migliori lavori di light painting, mentre la giovane artista barese Flavia Tritto, ispirata dalla letteratura femminista sui “bodies of water” presenterà Raw Flows, una serie di quattro video-installazioni site specific che invitano a immaginarsi e a riscoprirsi come forme d’acqua. Il sound e visual artist francese Jeremy Oury gioca in modo equilibrato fra componente audio e componente video in Emersive. A completare la programmazione è l’opera Attraversamenti#02 di Simone Palma e Raffaele Settembre, due artisti attivi nel campo teatrale, che in questo caso si concentrano sulla questione dell’identità e della percezione di sé.
I luoghi
Parco Giordano Sangalli | 19 dicembre viale dell’Acquedotto Alessandrino
Il Parco Giordano Sangalli si trova in Viale dell’Acquedotto Alessandrino ed è uno dei tre parchi pubblici del quartiere di Tor Pignattara. L’area dell’Acquedotto fu interessata nel corso del ‘900 da fenomeni massicci di speculazione edilizia e di edilizia spontanea. Immigrati dal sud Italia ma anche sfollati del centro durante il periodo fascista costruiscono le loro case addossandole proprio all’Acquedotto. Una volta abbattute, hanno lasciato spazio all’attuale parco Sangalli.
Parcheggio Pavoni-Pigneto | 20 dicembre Tra via del Pigneto e via Luigi Pavoni
L’area parcheggio Pavoni/Pigneto rappresenta quello che può accadere quando si costruisce senza nessuna progettazione urbanistica, ma lasciando semplicemente spazio al mero accostamento casuale di palazzi alti quattro volte le costruzioni già esistenti. La casualità ha dunque creato una bruttura: cinque muri ciechi fanno da scenario in questo incastro di colate di cemento, creando una “naturale” zona parcheggio.
Sopraelevata Tangenziale Est | 21 dicembre via Prenestina, altezza civico 52
È il tratto sopraelevato sulla via Prenestina della Tangenziale Est, una strada ad alto scorrimento progettata dall’architetto Kenzo Tange negli anni ‘60 ma già prevista dal piano regolatore del 1909, nata per unire la parte settentrionale e meridionale della città. La sopraelevata della tangenziale Est è stata una scelta azzardata, un’idea di inizio ‘900 che aveva tutte le possibilità di svilupparsi nel migliore dei modi ma che è finita per insinuarsi tra gli immobili costruiti dopo la speculazione edilizia del dopoguerra, creando così scenari urbani che sono sempre stati associati al degrado.
Rampa Prenestina | 22 dicembre via Teano, altezza civico 223
Il complesso è stato costruito come magazzino per il Teatro dell’Opera. Cambiò in parte destinazione alla fine degli anni ‘60 e venne adattato a scuola. Negli anni ’70, nei piani superiori, ha ospitato la funzione residenziale accogliendo famiglie di sfrattati. Al momento la parte circolare è abbandonata, sarebbe un sito perfetto per un Museo della Luce.
Ognuno con le proprie peculiarità e con storie diverse, sono tutti luoghi sospesi, schiacciati fra la perdita dell’identità e una perenne condizione di casualità e precarietà, condannati all’incuria da uno sviluppo urbanistico caotico. Progetti architettonici che hanno avuto una storia travagliata e un impatto importante nell’urbanistica di Roma, e che oggi – eccezion fatta per l’acquedotto Alessandrino – sono simbolo di degrado urbano e di cattivo utilizzo del bene pubblico. Luoghi perfetti per sviluppare Naturare, il fil rouge di questa edizione. “L’Umanità agisce in modo invasivo e irresponsabile, egoistico e arrivistico, illudendosi di governare il mondo naturale e ignorando le responsabilità che ha nei confronti di esso. È necessario introdurre un cambiamento rapido e radicale: abbiamo la responsabilità di prenderci cura della Natura, questo è il pensiero che deve governare le nostre azioni quotidiane, facendoci ispirare dalle visioni degli artisti. Come possiamo, attraverso l’arte, ‘Naturare’ l’impatto dell’azione dell’intera Umanità e metterla in armonia con la Natura?” dichiara Labonia.
Gli incontri
Dal 20 al 30 dicembre, sarà in programma anche La necessità di modificare l’esistente, un ciclo di incontri con manager, docenti e artisti, che prevede anche laboratori per i più piccoli e workshop intensivi rivolti a chi vuole approfondire la conoscenza della light art e dell’arte digitale. Il primo, il 20 dicembre, dal titolo “Naturare”, coinvolgerà tutti gli artisti in programma a RGB. Il giorno seguente, 21 dicembre, saranno due gli appuntamenti: la mattina, alle 10.30, l’incontro dal titolo “Luce trasversale” che coinvolgerà i docenti Isa Helena Tiburcio dell’Accademia di Belle Arti di Brera e Gisella Gellini del Politecnico di Milano, il manager Mauro Annunziato di ENEA e gli artisti Diego Repetto e Flavia Tritto; mentre alle ore 20, appuntamento con “Whisper Talk”, le conversazioni via radio curate da Carlo Infante/Urban Experience. Il 22 dicembre sarà invece la giornata dedicata alle “Riflessioni per un nuovo paesaggio urbano notturno” con il docente de La Sapienza Stefano Catucci, gli artisti Daniele Spanò e Federico Petrei di DELTAPROCESS e la fondatrice di Light Follows Behaviour Elettra Bordonaro. Il 28, 29 e 30 dicembre saranno le tre giornate dedicate al ciclo formativo “Luce e interattività: progettazione e physical computing” curato da Fab Lab Ostiense. Sempre Fab Lab, infine, organizza il 28 e 29 dicembre “Scratch. Videoarte per bambini”, laboratorio didattico per bambini dai 7 ai 10 anni.
RGB Light Experience 2020 è vincitore dell’Avviso Pubblico “Contemporaneamente Roma 2020-2021-2022”.
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