MODENA – È una ricerca al confine tra arte e tecnologia quella compiuta da Quayola, artista romano, classe 1982, in cui passato e presente si confrontano offrendo nuovi possibili spunti di lettura della realtà.
La tradizione artistica occidentale viene rielaborata da Quayola attraverso le più avanzate tecnologie contemporanee, dal digitale fino alla robotica. Il punto di partenza sul quale l’artista costruisce la sua ricerca sono gli antichi maestri che vengono reinterpretati e riattualizzati attraverso l’occhio analitico e impersonale della macchina. Un approccio, questo, che conduce a opere che si servono di supporti sia tecnologici che tradizionali. I media scelti sono, infatti, stampe e sculture in diversi materiali, ma anche video, performance audiovisive e installazioni immersive.
Dal 18 settembre 2020, le opere di Quayola sono protagoniste di una mostra dal titolo Ultima perfezione, a cura di Daniele De Luigi, ospitata nelle sale superiori di Palazzo Santa Margherita a Modena, in occasione del Festivalfilosofia 2020, dedicato quest’anno proprio al tema delle Macchine (18-20 settembre 2020). Si tratta della prima personale dell’artista in un’istituzione italiana, prodotta da Fondazione Modena Arti Visive, in collaborazione con la galleria Marignana Arte di Venezia.
Il filo conduttore della mostra è appunto l’idea di perfezione e il suo significato nella storia dell’arte occidentale. Partendo da capolavori classici, moderni e barocchi, Quayola applica un complesso sistema di metodi computazionali che trasforma le immagini in composizioni destrutturate e astratte.
È il caso della serie “Iconographies”, in cui scene religiose o mitologiche come, ad esempio, la Caccia alla tigre, dipinta da Pieter Paul Rubens nel 1616, vengono completamente rilette attraverso la codifica computerizzata che le permea di una nuova autenticità, favorendone la riscoperta.
In Adoration after Botticelli, opera composta da 10 stampe, il dipinto dell’Adorazione dei Magi di Botticelli viene reinterpretato e raccontato attraverso una breve descrizione (in inglese) di Giorgio Vasari, dedicata alla perfezione con cui l’artista fiorentino dipinse i volti delle figure, e da una sequenza di codici che traduce il celebre capolavoro in linguaggio informatico. In questo caso Quayola evita ogni tipo di figurazione per concentrarsi solo sul rapporto testo e immagine.
Lo stesso percorso viene seguito anche sulla scultura classica. In mostra sono presenti opere ispirate al Ratto di Proserpina (1621-1622), capolavoro di Gianlorenzo Bernini, o ai non-finiti di Michelangelo, realizzate tramite l’utilizzo di un braccio robotico. Il robot non completa mai l’immagine, ma interrompe ogni volta l’azione in un punto diverso del processo. L’obiettivo non è pertanto la realizzazione della forma finita, piuttosto la documentazione dei processi che si susseguono per raggiungerla.
Dieci nuove incisioni che analizzano il motivo iconografico di Giuditta e Oloferne chiudono, infine, la mostra che resterà visitabile fino al 10 gennaio 2021.
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Vademecum
Quayola
Ultima perfezione
FMAV – Palazzo Santa Margherita, Sale superiori
Corso Canalgrande 103, Modena
18 settembre 2020 – 10 gennaio 2021
Orari
Mercoledì, giovedì e venerdì: 11-13 / 16-19; sabato, domenica e festivi: 11-19
25 dicembre 2020 e 1 gennaio 2021: 16-19
Durante festivalfilosofia
18-19 settembre: 9-23; 20 settembre: 9-21
Biglietto unico
Quayola. Ultima perfezione + Mario Cresci. La luce, la traccia, la forma
Intero € 6,00| Ridotto € 4,00
Ingresso libero: mercoledì | prima domenica del mese | festivalfilosofia (18-20 settembre 2020)
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Informazioni
Tel. +39 059 2032919 (in orario di mostra) | www.fmav.org