VENEZIA – Il maltempo del 29 ottobre e soprattutto l’acqua alta, che ha toccato quasi i 160 cm, ha causato diversi danni alla Basilica di San Marco che è stata praticamente inondata. Al momento i danni non sono ancora del tutto quantificabili, ha spiegato il procuratore di San Marco, Carlo Alberto Tesserin.
Tesserin ha dichiarato all’Adnkronos: “Non è facile determinare il danno. Per 15 ore tutta la parte fondamentale è rimasta immersa nell’acqua salata, ma il problema è che il salso risale le pareti e distrugge i mosaici, oltre che i pavimenti. La risalita del salso si vedrà negli anni e quando si staccherà una parete di mosaici sarà troppo tardi, è imprevedibile. Così come le colonne potrebbero marcire all’interno, sono fatti che non si vedono se non col tempo”. “Siamo ancora bloccati a cinquant’anni fa – ha stigmatizzato il procuratore – non si va avanti, ma oggi non è possibile che si verifichino queste situazioni. I pericoli si ripetono ogni giorno, mi pare si sia persa questa preoccupazione”.
L’acqua alta ha inondato anche due arazzi di Joan Mirò, del valore di un milione di euro, che fanno parte della mostra “Da Kandinsky a Botero, tutti in un filo”, aperta dal 1 novembre 2018 al 31 ottobre 2019. I pavimenti dove si trovavano le opere sono stati letteralmente allagati bagnando così anche le opere che sono già stata prese in consegna e spedite per essere riparate e ripulite. Certo è che la salsedine potrebbe alterare pesantemente il cromatismo dei capolavori dell’artista spagnolo.