AQUILEIA – È stata inaugurata il 2 luglio al Museo Archeologico Nazionale di Aquileia la mostra Volti di Palmira ad Aquileia, a cura di Marta Novello e Cristiano Tiussi. L’esposizione nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Aquileia e il Polo Museale del Friuli Venezia Giulia-Museo Archeologico Nazionale di Aquileiagrazie e grazie ai prestiti concessi dal Terra Sancta Museum di Gerusalemme, dai Musei Vaticani, dai Musei Capitolini, dal Museo delle Civiltà-Collezioni di Arte Orientale “Giuseppe Tucci”, dal Museo di Scultura Antica “Giovanni Barracco”, dal Civico Museo Archeologico di Milano e da una collezione privata.
Sono sedici in tutti i pezzi originari di Palmira, alcuni dei quali riuniti per la prima volta dopo la loro dispersione nelle collezioni occidentali. Otto sono invece i pezzi provenienti dallo stesso museo di Aquileia che vogliono dimostrare, pur nella distanza geografica e stilistico-formale, il medesimo sostrato culturale che accomuna le due città.
L’esposizione costituisce inoltre l’occasione per restaurare i reperti concessi in prestito dalla Custodia di Terra Sancta, con un intervento finanziato e coordinato dal Polo museale del Friuli Venezia Giulia, che, alla conclusone della mostra, consentirà di restituire i rilievi pronti per la loro esposizione nel nuovo allestimento del Terra Sancta Museum.
Come spiegato dalla Direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia Marta Novello e dal Direttore del Polo Museale del Friuli Venezia Giulia Luca Caburlotto, il fine della mostra è anche far emergere “quell’unità culturale che attraverso la contaminazione di modelli eterogenei, nelle pur diverse espressioni formali, costituì la peculiarità del mondo romano e sulla quale si vuole porre l’accento, attraverso il gioco di sguardi che l’allestimento contribuisce a sottolineare, per superare le ferite che ormai già troppe volte in questi ultimi anni sono state inflitte al patrimonio culturale universale.”
Anche Aquileia era città di commerci e di confine, porta verso Oriente dell’Impero Romano, e anche “Porta da Oriente”, visto che proprio via Aquileia raggiunsero Roma contaminazioni orientali che ebbero influssi profondi sull’Impero Romano in termini di idee, canoni artistici e sensibilità. Se il grande, e temuto, vicino di Palmira era la Persia, il grande vicino di Aquileia erano i popoli barbarici. A conferma di relazioni frequenti e molto vitali, nell’antica Roma fioriva una solida comunità palmirena, come dimostrano il bassorilievo con iscrizione in palmireno prestato per l’occasione dai Musei Capitolini.
Fra i materiali maggiormente significativi dell’arte palmirena, i rilievi funerari rivestono un ruolo di grande importanza nell’affermazione della fama mondiale della città. Grazie alla diffusione di questi originali reperti la mostra vuole far conoscere al mondo contemporaneo gli antichi cittadini del mondo, indicandone mansioni e ruoli. Un esempio di questa forte individualità è la raffinata testa proveniente dai Musei Vaticani, in cui la mansione di sacerdote è riconoscibile dal copricapo tronco-conico (modius) considerato proprio dei sacerdoti di Bel, o la testa che arriva dalla Custodia di Terra Santa ornata da una corona di foglie e bacche di alloro fissata da un medaglione. Anche commercianti o funzionari della pubblica amministrazione saranno presenti nelle sale del Museo Nazionale Archeologico di Aquileia, appositamente riallestite, riconoscibili da un foglietto di papiro nella mano sinistra, come il rilievo del Salamallat da Gerusalemme o quello di Makkai da collezione privata. Il visitatore non potrà inoltre che rimanere affascinato davanti all’originalità e alla ricchezza degli ornamenti delle donne palmirene, abituate a sfoggiare più bracciali simultaneamente, fibulae e diademi, e anelli su tutte le parte delle dita, come nel magnifico rilievo dal Museo Barracco, dove il monile è indossato sulla falangina del mignolo sinistro. In mostra anche la lastra del Museo Tucci, dove la figura femminile è vestita alla greca con il chiton (tunica) e l’himation (mantello), e i capelli acconciati da un turbante con un velo trattenuto da un prezioso diadema di cui si percepisce ancora chiaramente l’originaria splendida policromia, mentre il fanciullo ritratto poco più in alto è abbigliato alla moda partica, con una tunica al ginocchio con galloni dipinti, orlo svasato alle estremità e pantaloni a sbuffo.
L’esposizione è accompagnata dalla mostra fotografica “Sguardi su Palmira – fotografie di Elio Ciol eseguite il 29 marzo 1996″, allestita nei nuovi spazi della Domus e Palazzo episcopale in piazza Capitolo.
Esposta in piazza Capitolo invece la scultura “Le memorie di Zenobia” dell’artista contemporaneo siriano Elias Naman.
Collegate alla mostra una serie di conferenze del professor Daniele Morandi Bonacossi, docente di Archeologia del Vicino Oriente all’Università di Udine e direttore di missioni archeologiche a Palmira e a Ninive in Iraq, del professor Paolo Matthiae, insigne archeologo, autore degli scavi di Ebla in Siria, del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale sul commercio illegale di antichità che, come è noto, è uno dei mezzi di finanziamento dei terroristi.
Durante l’Aquileia Film Festival il 26 luglio verrà inoltre proiettato il cortometraggio “Quel giorno a Palmira” di Alberto Castellani, con l’intervista a Khaled al-Asaad, e il 29 luglio la prima italiana del film “Destruction of Memory”, di Tim Slade.
Vademecum
Volti di Palmira ad Aquileia
2 luglio 2017 – 3 ottobre 2017
Museo Archeologico Nazionale di Aquileia,Via Roma 1, 33051 – Aquileia (UD)
Orario: da martedì a domenica 8.30 – 19.30
Mostra fotografica: Sguardi su Palmira – fotografie di Elio Ciol eseguite il 29 marzo 1996
Sede: Domus e Palazzo Episcopale, piazza Capitolo
Orario: da martedì a domenica 9.00-19.00
Ulteriori info e dettagli su:
www.museoarcheologicoaquileia.beniculturali.it
www.fondazioneaquileia.it