PAVIA – Less is more si ispira al principio – coniato dall’architetto tedesco Ludwig Mies van der Rohe – per cui il “di più” si ottiene creando e plasmando sul concetto di essenzialità, ed è proprio così che Mario Lisi ottiene il miglior risultato fotografico, il “di più” a cui ogni artista agogna: seguendo la strada dell’essenzialità.
Il concetto di essenzialità è quindi ciò che accomuna i circa trenta scatti che Lisi presenta nello Spazio Per le Arti Contemporanee del Broletto Pavia.
Tagli obliqui, linee orizzontali, punti di vista insoliti creano uno spettacolare effetto tridimensionale che riporta alla mente il fascino dell’arte di Aleksandr Rodchenko, tra composizioni diagonali, prospettiva scorciata, punti di ripresa insoliti, ingrandimento di dettagli. Ma a differenza di opere come Ragazza con una Leica (del 1934) del maestro russo, nelle fotografie di Lisi non si vedono i volti, è come se fossero tagliati fuori dall’inquadratura. Protagonisti sono corpi, schiene, spalle, ventri, figure senza volto di giovani uomini e donne che si (con)fondono con lo spazio, celati dietro a tante strisce bianche orizzontali.
La selezioni di lavori in mostra, rigorosamente in bianco e nero, appartengono alla Stripes Collection. In questi scatti Lisi spiega “ho illuminato i corpi proiettando una luce lamellare come quella che entra in una stanza buia da una finestra con una tapparella socchiusa. La mia ricerca personale mi ha indotto ad allontanarmi dalla rappresentazione della figura completa in tutti i suoi dettagli: ho eliminato tutto ciò che non era fondamentale per la percezione del messaggio, lasciando soltanto una porzione del segno artistico illuminata e visibile. L’osservatore è parte attiva nella genesi del soggetto fotografico, si trova ad utilizzare pochi elementi per interpretare la forma e completarla con la propria immaginazione, rendendola propria. Questa collaborazione tra fotografo e Osservatore è l’elemento chiave di tutta la collezione”.
L’effetto prodotto dagli scatti, che somigliano a frame, inquadrature sempre interrotte, è di sicuro straniante, in quanto crea una sorta di spaesamento percettivo, in bilico perenne tra realtà e rappresentazione. L’artista si concentra su quanto al momento della visione, ma sembra ammettere che ci sia dell’altro oltre all’istante ripreso. Non è dato sapere cosa accada intorno, ma quanto visto basta a fomentare una storia, a stimolare l’immaginazione di un avvenimento. L’artista non svela segreti e neppure porta alla luce quanto gelosamente custodito. Si limita a far capire che attorno a qualcosa di un passato, più o meno recente, è stata tessuta quella trama di pelle ora davanti agli occhi di tutti.
Vademecum
Less is more
15 ottobre – 31 dicembre 2020
Orario: 11-18, chiuso il martedì e il 25 e 26 dicembre
Ingresso libero
Per info: www.vivipavia.it – www.stripescollection.com