FIRENZE – Arriverà al Museo del Bargello, in prestito dalla Galleria dell’Accademia di Firenze, “L’Albero della Vita”, opera trecentesca di Pacino di Buonaguida, per la mostra “Onorevole e Antico Cittadino di Firenze. Il Bargello per Dante”, realizzata in occasione delle celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri.
“L’Albero della Vita – spiega – Cecilie Hollberg, direttrice della Galleria dell’Accademia – è un dipinto che, a causa della complessità strutturale della tavola e per salvaguardare l’integrità della sua conservazione, è di difficile movimentazione. I lavori che stanno impegnando da mesi il museo hanno fatto sì che l’opera dovesse essere necessariamente spostata. Questo ha permesso di programmare i lavori in modo da tale da concederne il prestito ai Musei del Bargello. Un segnale concreto di una cooperazione proficua con la direttrice Paola D’Agostino con la quale stiamo mettendo in cantiere altri progetti che vedranno presto la luce”.
“L’esposizione della tavola – aggiunge Paola D’Agostino, direttrice dei Musei del Bargello – consentirà di cogliere il dialogo tra la pittura su fondo oro e la miniatura oltre a svelare il senso delle soluzioni compositive che Pacino adottò in seguito su scala monumentale, diventando uno dei primissimi illustratori a Firenze della Commedia. Siamo felici inoltre di aver instaurato un rapporto di sinergia con Cecilie Hollberg, che ci consente di esporre al Museo del Bargello quest’opera sottraendola al periodo che sarebbe inevitabilmente stato in deposito, visti i lavori improcrastinabili alla Galleria dell’Accademia”.
L’opera
“L’Albero della Vita” è una tavola (tempera e oro) attribuita a Pacino di Buonaguida, datata intorno al 1310-1315. Si tratta di una traduzione in immagini estremamente dettagliate dei temi del testo letterario “Lignum vitae”, trattato scritto da san Bonaventura da Bagnoreggio, nel 1274.
L’opera originariamente era nel Monastero delle Clarisse di Monticelli, da qui passò nella comunità di via dei Malcontenti a Firenze, dove le suore francescane si traferirono nel 1531 dalla sede fuori Porta Romana. E qui rimase fino alle soppressioni napoleoniche del 1808. Successivamente fu portata a Montedomini, dove fu trovata nell’ottobre del 1849. Nel 1850 risulta già presente nel Salone delle Esposizione della Galleria dell’Accademia.
L’attribuzione a Pacino si deve allo storico dell’arte tedesco Henry Thode, nel 1885.
Pacino è un pittore e miniaturista attivo a Firenze nella prima metà del Trecento anche se le notizie su di lui sono molto scarse. Pacino si dedicò in particolare alla produzione di codici miniati della Divina Commedia di Dante. Nell’Albero della Vita e nei suoi numerosi episodi narrativi si riscontra questa sua vena miniaturistica. La tavola testimonia inoltre l’attenzione dell’artista verso Giotto, ma anche verso le tendenze paragiottesche della pittura fiorentina dei primi anni del Trecento.
“L’Albero della Vita” sarà anche oggetto di un video della serie #Scoprilagalleria, dove sarà proprio Paola D’Agostino a raccontarne la storia e le peculiarità, e sarà visibile sia sul canale YouTube che sulla pagina Facebook della Galleria dell’Accademia e dei Musei del Bargello.