VENEZIA – “Viva arte viva” è il titolo della della 57esima Esposizione Internazionale d’arte della Biennale di Venezia, firmata Christine Macel. La vernice della mostra avrà luogo nei giorni 10, 11 e 12 maggio, la cerimonia di premiazione e di inaugurazione si svolgerà sabato 13 maggio, mentre sarà aperta al pubblico da sabato 13 maggio a domenica 26 novembre, ai Giardini e all’Arsenale.
Il percorso espositivo della mostra si svilupperà intorno a nove capitoli o famiglie di artisti, con due primi universi nel Padiglione Centrale ai Giardini e sette altri universi che si snodano dall’Arsenale fino al Giardino delle Vergini. Sono 120 gli artisti partecipanti, provenienti da 51 paesi. La mostra sarà affiancata da 85 partecipazioni Nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. Quattro i paesi presenti per la prima volta: Antigua e Barbuda, Kiribati, Nigeria, Kazakistan (prima volta da solo).
Per quel che concerne il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sarà curato da Cecilia Alemani e sostenuto e promosso dal ministero dei Beni Culturali e del Turismo, Direzione generale arte e architettura contemporanee e periferie urbane.
Previsti come sempre eventi collaterali proposti da enti e istituzioni internazionali.
Il presidente della Biennale, Paolo Baratta ha spiegato: “La Biennale si deve qualificare come luogo che ha come metodo, e quasi come ragion d’essere, il libero dialogo tra gli artisti e tra questi e il pubblico. Con la presente edizione si introduce un ulteriore sviluppo; è come se quello che deve sempre essere il metodo principale del nostro lavoro, l’incontro e il dialogo, diventasse il tema stesso della Mostra. Perché questa Biennale – ha detto ancora Baratta – è proprio dedicata a celebrare, e quasi a render grazie, all’esistenza stessa dell’arte e degli artisti, che ci offrono con i loro mondi una dilatazione della nostra prospettiva e dello spazio della nostra esistenza”. “Un aspetto rilevante della 57esima Mostra – ha affermato il presidente – è il fatto che da solo basterebbe a qualificarla al di là di ogni tema o narrazione: dei 120 artisti invitati, ben 103 non hanno mai partecipato prima alla Mostra del nostro curatore. Alcune sono scoperte, molte altre, almeno per la presente edizione, sono riscoperte. È questo un modo concreto di esprimere, con il coraggio delle scelte, la propria fiducia nel mondo dell’arte”.”Con questa Biennale poi – ha infine concluso Baratta – l’incontro diretto con l’artista assume un ruolo strategico, tanto da costituire uno dei pilastri della Mostra, con un programma che per dimensione e per impegno è senza precedenti. Attorno alla Mostra principale della curatrice, 85 padiglioni dei paesi partecipanti daranno vita ancora una volta a quel pluralismo di voci che è tipico della Biennale di Venezia”.
Christine Macel ha invece osservato: “L’arte di oggi, di fronte ai conflitti e ai sussulti del mondo testimonia la parte più preziosa dell’umanità, in un momento in cui l’umanesimo è messo in pericolo. Essa è il luogo per eccellenza della riflessione, dell’espressione individuale e della libertà, così come degli interrogativi fondamentali. L’arte è l’ultimo baluardo, un giardino da coltivare al di là delle mode e degli interessi specifici e rappresenta anche un’alternativa all’individualismo e all’indifferenza”.
I nove capitoli sulla quale si incentra la Mostra, sono nove episodi che propongono un racconto che riflette la complessità del mondo, ha spiegato ancora la curatrice, concludendo: “La mostra si propone così come una esperienza che disegna un movimento di estroversione, dall’io verso l’altro, verso lo spazio comune e le dimensioni meno definibili, aprendo così alla possibilità di un neoumanesimo”.