Dal 12 dicembre all’11 gennaio, la linea A della metropolitana di Roma diventa un corridoio d’arte civile e partecipata. Un intero convoglio di sei vagoni si trasforma infatti in una galleria itinerante dedicata al ripudio della guerra, grazie all’intervento visivo ideato da EMERGENCY e dal collettivo artistico CHEAP per la campagna “R1PUD1A”. Un’occupazione simbolica – ma profondamente concreta – dello spazio pubblico, che rinnova il significato dell’Articolo 11 della Costituzione e invita chi viaggia sotto la città a tornare in superficie con uno sguardo più consapevole.
L’arte che interrompe la routine
I passeggeri troveranno, lungo tutto il convoglio, 15 poster firmati da CHEAP e da undici artiste e artisti internazionali: DeeMo, Joanna Gniady, Coco Guzmán, Infinite, Luchadora, Dario Manzo, Militanza Grafica, Rita Petruccioli, Camila Rosa, Testi Manifesti, Tomo77.
Una coralità di linguaggi che attraversa illustrazione, grafica politica, arte urbana, fumetto e poster art, restituendo all’arte la sua funzione più antica: quella di «interrompere» la normalità per favorire un pensiero nuovo. Le immagini – visionarie, incisive, spesso spiazzanti – fanno del vagone della metro Linea A un luogo diverso: non più soltanto transito, ma soglia. Una soglia in cui il passeggero è chiamato a osservare, a riconoscere, a prendere posizione. Tra i manifesti, risuonano anche le parole di Gino Strada: «Le guerre appaiono inevitabili solo quando non si è fatto nulla per prevenirle.» Una frase che, in un vagone di metro, assume la forza di un avvertimento collettivo: la responsabilità di ogni scelta è sempre condivisa.


La metropolitana come nuovo paesaggio politico
CHEAP, che da anni reinterpreta lo spazio urbano attraverso l’arte pubblica, sottolinea come la metro sia un terreno perfetto per questi interventi: uno spazio sociale in cui fluiscono persone, emozioni, preoccupazioni spesso taciute. Riempire quel vuoto con immagini che rompono la narrazione della guerra come “inevitabile” significa restituire allo spazio pubblico la sua dimensione politica originaria: non luogo di neutralità, ma territorio di immaginazione comune. A questa visione si unisce la volontà di EMERGENCY di allargare il raggio della propria azione culturale. «Andare sotto la superficie» – come spiega Simonetta Gola – diventa qui un gesto simbolico e allo stesso tempo concreto: scendere nella metro per risalire alla responsabilità sociale. Dal 27 dicembre, l’intero progetto visivo sarà inoltre presente sui monitor e sulle pensiline della linea A: un ampliamento dell’opera che permette alla campagna di uscire dal convoglio e diffondersi come un messaggio urbano capillare.

ATAC: quando il trasporto pubblico diventa luogo di bellezza
Il sostegno di Roma Capitale e di ATAC non è un elemento marginale. «La pace è uno dei valori fondanti della nostra società», commenta Paolo Aielli, direttore generale dell’azienda. ATAC ribadisce così il ruolo sociale del trasporto pubblico: non solo mobilità, ma piattaforma culturale, attraversata ogni giorno da centinaia di migliaia di persone.
Accogliere un intervento artistico come questo significa riconoscere che l’arte può essere una forma di servizio pubblico, generatrice di bellezza e di pensiero critico.La campagna R1PUD1A non è solo un progetto comunicativo: è un movimento che, in un anno, ha coinvolto oltre 600 Comuni, più di 1000 scuole e 300 spazi e festival culturali. Un fronte collettivo che sceglie di affermare, con decisione, un “no” alla guerra. Un “no” che EMERGENCY porta sul campo ogni giorno, operando in 9 Paesi – tre dei quali in conflitto – e ricordando una verità spesso rimossa: il 90% delle vittime sono civili.










